Sono allo studio da parte del governo varie ipotesi riguardo al rinnovo dei contratti statali. Come riferisce Il Sole24Ore uno degli obiettivi dell’esecutivo sarebbe il superamento del meccanismo delle ‘fasce di merito’, “che imporrebbero di dedicare ai premi individuali la ‘quota prevalente’ dei fondi decentrati concentrando sul 25% del personale il 50% delle risorse”, e l’allargamento delle materie da lasciare alle trattative sindacali. Si tratta di obiettivi inseriti nelle bozze di testo unico del pubblico impiego attuativo della riforma Madia. I tempi però sarebbero lunghi visto che il decreto “non arriverà al traguardo prima di giugno (il governo ha tempo fino a febbraio per il primo via libera), e quindi ha un calendario troppo lungo per una contrattazione chiamata a ripartire da luglio 2015”. La sospensione di alcune regole della vecchia riforma o un anticipo di quelle della nuova potrebbero accelerare i tempi per il rinnovo dei contratti statali.
Il rinnovo dei contratti statali continua ad essere una delle trattative in corso tra governo e sindacati: dopo sette anni di blocco infatti l’esecutivo e le parti sociali stanno discutendo sull’aumento di stipendi dei dipendenti pubblici. La trattativa però deve fare anche i conti, come ricorda Businessonline, con la riforma delle regole del lavoro pubblico, in particolare in relazione all’attuazione del nuovo sistema di erogazione della parte variabile della retribuzione introdotta dalla legge Brunetta. Con questo sistema è previsto infatti che il 50% dei premi sia diviso tra il 25% dei più meritevoli, mentre l’ultimo 25% degli statali non percepirebbe alcuna retribuzione accessoria, e l’altra metà si spartirebbe il 50% delle risorse. Questo schema però potrebbe essere superato con il nuovo Testo unico sul pubblico impiego allo studio al Ministero per la Funzione Pubblica, visto che i sindacati hanno manifestato il loro parere contrario su questo punto. Per quanto riguarda il rinnovo dei contratti statali è attesa entro fine mese la convocazione di un tavolo ufficiale tra governo e sindacati.