Susanna Camusso spera che il tavolo tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni in programma martedì 27 settembre serva “a dare risposte finora mancanti su precoci e risorse disponibili”. Il Segretario generale della Cgil, parlando a margine del Forum della Fisac-Cgil Nazionale ha anche detto che spera che nell’affrontare il tema dei lavoratori precoci si parta “dai criteri e non dalle considerazioni economiche, altrimenti si creano ingiustizie”, come l’esperienza degli esodati ha dimostrato.
Secondo quanto riporta Teleborsa, il tavolo sulla riforma delle pensioni tra Governo e sindacati sarebbe stato rinviate per dei necessari approfondimenti riguardanti l’Ape social, ovvero l’anticipo pensionistico con penalizzazioni azzerate per alcune categorie di persone. Lo avrebbe spiegato lo stesso Giuliano Poletti, evidenziando come i tecnici siano al lavoro con simulazioni finalizzate a “evitare una riforma che non sia fatta bene”. “La soglia dell’Ape social è uno di quegli elementi per cui stiamo facendo simulazioni per non fare cose non fatte bene”, avrebbe aggiunto il ministro del Lavoro.
Dato che Giuliano Poletti ha detto che sono necessari approfondimenti sulla riforma delle pensioni prima di incontrare ancora i sindacati, Cesare Damiano ne ha approfittato per evidenziare alcune criticità sugli interventi finora messi sul tavolo. La prima riguarda i lavoratori precoci: “Non possiamo immaginare una misura di sconto ‘simbolica’ (di un paio di mesi) rispetto all’attuale tetto dei 42 anni e 10 mesi di contributi”, ha detto l’ex ministro. La seconda criticità riguarda gli esodati, per i quali occorre varare l’ottava salvaguardia. Infine, Damiano evidenzia che l’Ape chiede una penalizzazione troppo alta ai lavoratori, rischiando così di diventare una misura poco utilizzabile.
Carlo Rienzi esprime netta contrarietà alla riforma delle pensioni allo studio del Governo. “Si tratta di un ‘ape’ regina per le banche, ma molto velenosa per i pensionandi”,spiega il Presidente del Codacons, ricordando come istituti di credito e assicurazioni avranno dei benefici, mentre i lavoratori dovranno rinunciare anche al 20% della propria pensione. “Le condizioni sono estremamente svantaggiose per i pensionandi, e le perdite monetarie ingenti e certamente superiori ai possibili benefici. Gli unici soggetti che ancora una volta beneficeranno delle decisioni del Governo, saranno banche e assicurazioni, le quali possono contare sul consueto regalo dell’esecutivo”, aggiunge Rienzi.
Il Comitato Opzione donna continua a sostenere la necessità di un intervento per agevolare la ricongiunzione tra contributi versati in diverse casse previdenziali nella riforma delle pensioni. Orietta Armillato, in un post sulla pagina Facebook del Comitato, evidenzia in particolare che ciò permetterebbe a diverse italiane di poter raggiungere i requisiti necessari al pensionamento anticipato. Del resto si tratta di riconoscere un’anzianità contributiva reale, ostacolata però dal fatto che magari si è cambiato lavoro durante la propria carriera. Il Comitato Opzione donna aspetta poi il 21 ottobre per la pubblicazioni dei dati Inps sull’utilizzo di Opzione donna al 30 settembre.
Ci saranno tre opzione per l’anticipo pensionistico, noto come Ape, contenuto nella riforma delle pensioni allo studio del Governo. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, infatti, ci sarà un Ape “volontaria”, che consentirà quindi a chi avrà almeno 63 anni di età e 20 di contribuzione di lasciare il lavoro mediante un prestito ventennale, che comporterà una decurtazione sull’assegno pensionistico variabile tra il 5% e il 25% a seconda dell’anticipo richiesto sulla normale età pensionabile (pari a 66 anni e 7 mesi). Ci sarà poi un Ape “aziendale”, che riguarderà i lavoratori coinvolti in processi di ristrutturazione aziendale, i quali non dovranno sostenere alcun costo per accedere alla pensione anticipata (sempre coi requisiti richiesti dall’Ape), dato che sarà il datore di lavoro a farsene carico, con modalità che saranno rinviate agli accordi sindacali. Infine vi sarà l’Ape “social”, con costi azzerati mediante un bonus fiscale per alcune categorie di persone (disoccupati, invalidità, lavori usuranti, assegno pensionistico previsto inferiore a 1.500 euro lordi mensili).
Come noto, il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni che doveva tenersi oggi è stato spostato al 27 settembre. Questo per “ulteriori approfondimenti” sugli interventi che sono sul tavolo. Tuttavia, ricorda La Stampa, proprio il 26 settembre il Governo varerà la nota di aggiornamento del Def e allora si saprà quali sono le stime sul Pil e sui parametri deficit/Pil e debito/Pil. Dunque con questo importante documento si saprà con esattezza quante risorse possono essere stanziate per la riforma delle pensioni. Forse è anche per questo che è stato deciso il rinvio a martedì prossimo.
Si torna a parlare di interventi specifici per i lavoratori precoci nella riforma delle pensioni allo studio del Governo. Secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, il Governo starebbe pensando di portare i requisiti di accesso alla pensione a 41 anni e 10 mesi di contributi per chi ha cominciato a lavoratore prima dei 16 anni. L’ipotesi, scrive il quotidiano di Confindustria, non soddisfa però i sindacati, che vorrebbero quanto meno allargare la platea dei beneficiari di questa “deroga” a tutti i lavoratori. Non sembra quindi in ogni caso raggiungibile il traguardo dei 41 anni di contributi versati.
Elsa Fornero è tornata a commentare la riforma delle pensioni che il Governo intende varare, spiegando di trovare giusto che, salvo coloro che si troverebbero con una pensione bassa, siano i lavoratori che vogliono andare prima in pensione (e non la collettività) a sostenerne i costi come l’Ape fa. L’ex ministro, intervistata dalla trasmissione di La7 diMartedì, ha quindi ricordato che la legge previdenziale varata nel 2011 è stata preparata in pochi giorni e dunque non è perfetta. A suo modo di vedere sarebbe giusto consentire un’uscita anticipata in deroga per certe categorie di lavori usuranti e dare un qualche tipo di agevolazione ai lavoratori precoci.
Mentre Governo e sindacati hanno rinviato il loro incontro previsto per oggi, una delegazione della Rete dei comitati degli esodati ha incontrato ieri il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta e il Capo di Gabinetto del Mef, Daniela Lembo, sollecitando la chiusura della Conferenze dei servizi necessaria per certificare i risparmi conseguiti dalle sette salvaguardie finora approvate. La delegazione ha anche evidenziato come al momento risultano disponibili risorse per altre 42.000 posizioni, cosa che permetterebbe di garantire la copertura necessaria a varare un’ottava salvaguardia. Baretta ha spiegato che il Governo intende nelle prossime settimane risolvere definitivamente il dramma degli esodati.
Per Francesco Boccia il vero nodo del dibattito sulla riforma delle pensioni è rappresentato dalle ricongiunzioni dei contributi. “Ci vuole coraggio e vanno rese gratuite per tutti, soprattutto per i privati. Sarebbe un grande segnale verso le generazioni precarie a cui sono state sottratte opportunità dalle precedenti”, ha detto il Presidente della commissione Bilancio della Camera nel corso della trasmissione Coffee Break in onda su La7. “Evitiamo di fare con l’Ape, nel coinvolgimento di banche e assicurazioni, gli stessi errori commessi con il Tfr in busta paga, presentata come una rivoluzione e rivelatasi, poi, un insuccesso”, ha aggiunto.
Oggi si sarebbe dovuto tenere l’importante incontro sulle pensioni tra il Governo ed i sindacati presso la sede del Ministero del Lavoro alla presenza del Ministro Giuliano Poletti e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, per definire la questione riguardante le misure da prendere in sede di legge di stabilità in ottica riforma delle pensioni. Incontro che è stato rimandato al prossimo 27 settembre in ragione della necessità di approfondire meglio la questione dell’anticipo pensionistico meglio noto con l’acronimo di Ape. A proposito di Ape, come riportato dal portale OrizzonteScuola.it, tutte le misure in discussione utili alla pensione anticipata potrebbero portare nel mondo della scuola a circa 63 mila anticipi pensionistici lasciando così spazio ad altrettanti inserimenti in ruolo. Un calcolo che è stato eseguito da Italia Oggi e di fatto vanno ad alimentare le speranze di quanti sono in attesa di essere assunti in tale ambito professionale. Una buona notizia che tuttavia rimane nel campo delle ipotesi giacchè Governo e sindacati non si sono ancora stretti la mano in attesa di analizzare le cifre ed in particolare quelle relative alla casella risorse. Staremo a vedere.