Si discute in questi giorni non solo del rinnovo dei contratti statali, le cui trattative stanno andando avanti all’Aran, ma anche del bonus di 80 euro per le forze dell’ordine. Come ricorda Forexinfo, all’inizio sembrava che nella nella Legge di Bilancio 2017 ci fossero le risorse per rendere gli 80 euro del bonus Renzi strutturali in busta paga. In un secondo momento questa ipotesi è stata smentita, anche se il Governo ha ipotizzato una proroga del bonus pure per questo anno. Secondo i sindacati però il bonus non verrà confermato. Ne sarebbe convinta, riporta sempre Forexinfo, la Fp Cgil Nazionale secondo cui per i lavoratori del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico non ci sarà alcun bonus di 80 euro per il 2017 perché le risorse destinate alla conferma del bonus verranno utilizzate per finanziare il riordino della carriere “attraverso l’applicazione unilaterale delle disposizioni della legge di bilancio”.
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Il rinnovo dei contratti statali resta uno dei temi di lavoro per il nuovo governo Gentiloni: i dipendenti pubblici aspettano l’aumento degli stipendi bloccati da sette anni. Dopo la firma dell’accordo quadro avvenuta lo scorso 30 novembre tra il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, in questo inizio 2017 la trattativa vera e propria passa ora all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. E sono varie le questioni che dovranno essere discusse per arrivare al rinnovo dei contratti statali. A partire dall’importo previsto per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Nell’intesa firmata a novembre sono stati previsti 85 euro medi lordi di incremento: nei giorni scorsi però il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta ha affermato, in un post pubblicato sul suo profilo Facebook, che non ci sarebbe la copertura per il 2017 e che l’aumento degli stipendi di dipendenti pubblici sarebbe per quest’anno di 35 euro. Un’altra questione che dovrà essere discussa all’Aran riguarda poi la disciplina dei permessi, delle assenze e delle malattie: i dipendenti pubblici in questi casi, secondo quanto siglato nell’intesa dello scorso novembre, dovranno utilizzare un permesso orario e non potranno più assentarsi per l’intera giornata di lavoro.
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In attesa del rinnovo dei contratti statali aumenta di settimana in settimana la richiesta di indennizzo da parte del Codacons per i dipendenti pubblici i cui stipendi sono bloccati da sette anni. La richiesta è arrivata ora a 13.200 euro. L’associazione a difesa dei consumatori sostiene che i lavoratori debbano essere indennizzati a causa del mancato “adeguamento rispetto all’aumento del costo della vita calcolato in base agli indici Istat” dei contratti statali: “ogni dipendente ministeriale ha perso, in termini di mancato aumento salariale, circa 2.700 euro lordi l’anno”. Il Codacons chiede sia di un risarcimento “per danni per mancato rinnovo dalla data successiva alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale” (“200 euro al mese per il periodo successivo al 30 luglio 2015”), sia di un indennizzo “per danni per effetto mancato rinnovo dal 2010” (“100 euro al mese per il periodo che va dal 2010 al 30 luglio 2015”).
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Una delle novità relative al rinnovo dei contratti statali riguarda la disciplina dei permessi, delle assenze e delle malattie: i dipendenti della Pubblica Amministrazione non potranno più assentarsi dal posto di lavoro per tutta la giornata, quindi dovranno utilizzare un permesso orario. Questo permesse, insieme alla malattia, inciderà sul salario accessorio, decurtandolo. Non si lavora solo per l’aumento degli stipendi dei lavoratori statali (85 euro mensili), ma anche sulle regole per i dipendenti pubblici. Se verrà superata la metà delle ore di lavoro giornaliero, l’assenza verrà considerata per tutta la giornata. I permessi giornalieri o di alcune ore per le visite specialistiche dovranno essere chiesti almeno tre giorni prima con taglio del salario accessorio. Stando all’accordo raggiunto tra il ministro Madia e i sindacati sui contratti statali, i dipendenti della Pubblica Amministrazione godranno di diciotto ore all’anno di permesso per motivi familiari o personali, a patto di documentare le assenze. In caso di assenza per visite specialistiche riguardanti gravi patologie o per terapie salvavita, come la chemioterapia, non si procederà con la decurtazione.
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Nel pacchetto sul rinnovo dei contratti statali, che comporta l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, sono comprese nuove regole sulla malattia, i congedi e i permessi. Stando all’accordo raggiunto tra il governo e i sindacati il 30 novembre scorso, l’argomento rientra nella trattativa per il rinnovo dei contratti statali. La contrattazione riparte dal lavoro svolto dall’Aran tre anni fa, quando si discusse della possibilità di rendere l’assenza per malattia ad ore e quindi di permettere al dipendente di assentarsi dal lavoro per qualche ora, senza saltare l’intera giornata lavorativa, fatta eccezione per quanto stabilito dalla legge 104. Il governo, dunque, intende proseguire la strada aperta per contrastare gli abusi sulla malattia e sulle assenze dal lavoro, provando a rendere così più efficienti gli accertamenti. Si spiegano così le nuove regole su permessi, assenze e malattie che verranno introdotte con il rinnovo dei contratti statali.