Mentre il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, sta per firmare la “direttiva madre”, cioè l’atto di indirizzo sui contratti statali, a cui si dovranno ispirare i rinnovi degli stipendi nella Pubblica Amministrazione, l’INPS ha pubblicato uno studio all’interno dell’Osservatorio sul precariato che ha rivelato un crollo verticale dei contratti stabili, compresi quelli nella Pa. Nei primi due mesi del 2017 sono stati attivati 258.952 contratti a tempo indeterminato, anche grazie agli effetti del Jobs Act, ma di contro le cessazioni di contratti stabili nello stesso periodo sono state 240.368 con un saldo che rimane positivo ma senza poter festeggiare troppo. Sempre l’Inps rileva nel suo Osservatorio come «le cessazioni nel complesso sono state 689.000 in aumento rispetto all’anno precedente (+1,4%): a crescere sono le cessazioni di rapporti a termine (+9,1%) mentre quelle di rapporti a tempo indeterminato sono diminuite (-9,5%)».
Anche sul fronte dei licenziamenti la situazione vede maggiore mobilità rispetto agli scorsi anni, con un aumento secco del 3% rispetto al 2016 e un maggior incremento soprattutto sul fronte dei licenziamenti disciplinari – giusta causa e giustificato motivo soggettivo – cresciuti del 15,3% da 10.107 a 11.656. La macchina della Pubblica Amministrazione deve ovviamente fare i conti anche con questi dati usciti cercando di non far passare ancora troppo tempo prima di una riforma che da 8 anni ormai affligge il settore del Pubblico Impiego: un intervento che miri ad attivare subito i rinnovi e le novità organizzate dal Ministero Pa potrebbero dare nuova linfa al settore delle assunzioni e in generale al problema dei contratti lavorativi in questo ennesimo anno di crisi.