LA “FUGA” DEI PENSIONATI ALL’ESTERO
Una fuga che conviene davvero? Dopo le ultime dichiarazioni di allarme del presidente Inps Tito Boeri sui pensionati che sempre di più risiedono all’estero per esclusivi benefici fiscali, l’agenzia Vivi il Mondo (da quasi vent’anni cura il trasferimento all’estero di molti italiani) ha provato a considerare pro e contro della soluzione adottata da molti pensionati che non intendono vedere tassata molta della somma immessa negli assegni-pensioni. «Da noi si rivolgono chi non arriva alla fine del mese e si butta a capofitto alla ricerca di un paradiso dove recuperare potere d’acquisto (di solito richiede info sulla Tunisia e sulla Bulgaria) e chi ha una bella pensione e sta cercando di andare a vivere nel nuovo Paese che da sempre è il suo sogno», spiega il presidente di Vivi il Mondo Nicos Bertani. Alcune controindicazioni però ci sono rispetto al trasferimento all’estero di tanti pensionati: «Trasferirsi non è solo “guadagnare” una marea di vantaggi a seconda del Paese prescelto, ma significa anche “perdere” dei diritti minimi che in Italia sono garantiti. Questo significa che bisogna sempre valutare attentamente il percorso da seguire senza lasciarsi andare a facilonerie», ad esempio le prestazioni sanitarie non sono poi garantite malo Stato Italiano nel momento in cui si risiede fiscalmente in un nuovo Stato. (agg. di Niccolò Magnani)
LA CAMUSSO (CGIL) E IL RISCHIO ROTTURA CON IL GOVERNO
La tanto decantata seconda fase della riforma delle pensioni sta attraversando un periodo di stallo che assolutamente non piace alle parti sociali. Infatti sull’argomento è intervenuta la segretaria nazionale della CGIL, Susanna Camusso che in maniera abbastanza diretta ha parlato di un concreto rischio di rottura per quanto concerne il tavolo di concertazione con il Governo Gentiloni. Un rischio che la Camusso pensa potrebbe materializzarsi nel caso in cui il Governo non dovesse prevedere una misura per bloccare quello che viene etichettato come un dannoso aumento dell’età pensionabile (potrebbe passare a 67 anni). Un aumento che di fatto è stato inserito nella legge Fornero che nonostante le promesse e le pressioni degli stessi sindacati, al momento non è stata ancora ritoccata in alcuna parte. Insomma, una situazione di stallo che si riflette sulla fase due della riforma delle pensioni e che probabilmente sarà demandata almeno al mese di settembre. Ne sapremo di più nei prossimi giorni.
BARBAGALLO (UIL) PRONTO ALLA MOBILITAZIONE NAZIONALE
La situazione tra Governo e parti sociali per quanto concerne il tema della riforma delle pensioni ed in particolare l’eventuale innalzamento dell’età pensionabile e fase due della stessa riforma, è quanto mai caotica. Ai sindacati non sta piacendo l’atteggiamento dell’Esecutivo con il segretario nazionale della UIL, Carmelo Barbagallo che ha parlato apertamente di possibile mobilitazione nazionale nel caso in cui non verranno affrontate in maniera convinta le varie misure sul tavolo. In particolare Barbagallo ha rimarcato dallo stabilimento Fiat di Foggia: “Tutti i lavoratori mi hanno sottoposto le stesse questioni: si sentono vessati sia dal peso della tassazione sia dall’elevata età pensionabile. Noi vogliamo proseguire il confronto al Ministero del Lavoro sulla seconda fase della previdenza, per garantire condizioni dignitose ai giovani e per bloccare l’assurdo innalzamento automatico dell’età pensionabile”.
CRITICHE A BOERI TRA QUATTORDICESIME E PASSAPORTI
Secondo Romano Bellissima, Tito Boeri sembra confondere previdenza e assistenza, scagliandosi contro la quattordicesima e i pensionati italiani, siano essi residenti all’estero o nel territorio nazionale. “Boeri continua a considerare la 14esima una prestazione assistenziale mentre si tratta di una prestazione previdenziale che viene erogata a chi ha lavorato e pagato i contributi e che è modulata nel suo importo proprio in relazione agli anni di lavoro e di contributi versati. Chi ha lavorato e versato di più, riceve di più”, evidenzia il Segretario generale della Uil Pensionati, che poi fa notare che dovrebbe essere diritto di ognuno decidere dove risiedere. “Non vorrei che nella sua prossima uscita pubblica Boeri si ritrovi ad affermare che sarebbe una giusta misura togliere il passaporto a tutti i pensionati nel momento in cui ricevono la pensione, così da impedir loro di espatriare”, è l’ironica considerazione di Bellissima.
LAVORATORI PRECOCI CONTRO L’ASPETTATIVA DI VITA “DIFFERENZIATA”
Come noto, l’Ape social consentirà l’accesso anticipato alla pensione ad alcune persone che hanno svolto particolari attività gravose. E negli ultimi giorni si sta facendo largo l’ipotesi di bloccare per loro l’aumento dell’età pensionabile previsto a partire dal 2019. Un’idea che non piace a Moreno Barbuti, uno degli animatori del gruppo Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti. “Se già hanno ottenuto in qualche modo la quota 41, non sarebbe forse più giusto che il meccanismo dell’aggancio all’aspettativa di vita venga bloccato per tutti e non soltanto per i soliti che già hanno avuto un beneficio?”, scrive in un post su Facebook Barbuti, che evidenzia quindi il rischio che si crei una situazione di disparità di trattamento, con qualcuno che potrà essere molto più avvantaggiato rispetto ad altri. Per questo si augura che il blocco dell’età pensionabile valga per tutti.
RIFORMA PENSIONI. NUOVA PROPOSTA DI DAMIANO SUL BLOCCO DELL’ETÀ PENSIONABILE
Dopo Maurizio Sacconi, anche Cesare Damiano ha deciso di replicare alle parole di Tito Boeri scrivendo un articolo per Il Sole 24 Ore. L’ex ministro del Lavoro ha voluto spiegare che l’appello che ha rivolto insieme al collega parlamentare è volto a rivedere un sistema che rischia di penalizzare chi è già stato vittima dello “scalone” delle Legge Fornero, oltre che le donne e i giovani, che rischiano di dover andare in pensione molto tardi e con assegni di importo modesto. Damiano ha anche sottolineato che tra il 2014 e il 2016 l’andamento dell’aspettativa di vita non è stato lineare, visto che nel 2015 c’è stata una diminuzione della speranza di vita.
“Alla luce di questi dati occorre fare una valutazione a consuntivo coinvolgendo il Parlamento e le parti sociali. Una nostra proposta è di sospendere l’adeguamento automatico dell’aspettativa di vita prevista per il 2019, che posticiperebbe la pensione, anche per non entrare in oggettiva contraddizione con l’entrata in vigore dell’Ape sociale che, invece, la anticipa”, ha scritto il Presidente della commissione Lavoro della Camera. Che però ha avanzato anche un’altra proposta: non applicare l’aumento dell’aspettativa di vita ai lavori gravosi che sono stati individuati nel mettere a punto l’Ape social. “La pausa che noi proponiamo potrebbe essere utilizzata per rivedere il meccanismo dell’innalzamento dell’età pensionabile che tenga conto di una sua maggiore gradualità nel tempo o delle oggettive differenze esistenti tra chi svolge lavori gravosi e chi fa attività meno faticose”, ha aggiunto poi Damiano, invitando a un confronto aperto sul tema.
ANCORA CRITICHE A TITO BOERI
Tito Boeri ha evidenziato come le pensioni erogate all’estero ammontino a poco più di un miliardo di euro, che non rientrano nell’economia italiana sotto forma di consumi. Tuttavia Massimiliano Dona fa notare che quello che ormai viene definito il “turismo previdenziale” è dovuto al fatto che nel nostro Paese si pagano troppe tasse e c’è un alto costo della vita. “Se il Portogallo è diventato l’Eldorado degli ultrasessantenni è perché basta vivere 183 giorni l’anno nel Paese, assumere lo status di residente non abituale e per dieci anni la pensione è esentasse. I prezzi, poi, sono molto vantaggiosi. Ecco perché chi ha periodi di contribuzione molto bassi è costretto ad emigrare all’estero. Si tratta di famiglie che se vivessero in Italia non avrebbero abbastanza per poter vivere e rientrerebbero nella fila dei poveri assoluti”, spiega il Presidente dell’Unione nazionale consumatori secondo quanto riporta Agenpress. Dona fa anche notare che gli incrementi maggiori di pensioni erogate all’estero si registrano in paesi come Romania, Marocco, Cuba o Polonia. Luoghi dove con 800 euro si è ricchi, mentre in Italia non si arriverebbe a fine mese.
VITALIZI, VERSO IL VOTO SUL DDL RICHETTI
A quanto pare la battaglia annunciata dal Movimento 5 Stelle sulla riforma delle pensioni dei parlamentari ha sortito qualche effetto. Matteo Richetti, promotore del ddl sui vitalizi che i pentastellati dicono essere stato “dimenticato” dallo stesso Pd, ha infatti dichiarato che la prossima settimana potrebbe esserci la votazione alla Camera del provvedimento che porta il suo nome. Luigi Di Maio aveva annunciato la proposta di una delibera da far adottare dall’Ufficio di presidenza di Montecitorio che ricalcasse il testo del ddl Richetti, in modo che i dem non potessero rifiutarsi di votarlo. Tuttavia il deputato del Pd ritiene che sarebbe meglio seguire la strada dell’approvazione della legge. Parlando con l’Agi, Richetti ha riconosciuto che c’è stata qualche resistenza sul cammino della sua proposta, ma ha anche detto che intende battersi fino all’ultimo per la sua approvazione.