PENSIONI 2017, ULTIME NOTIZIE. LA RENDITA TEMPORANEA PER CHI È A 5 ANNI DALLA PENSIONI
Nel ddl concorrenza c’è un’importante norma che anche se non rappresenta una riforma delle pensioni potrebbe aiutare chi ha una pensione complementare ad accedere alla quiescenza con un certo anticipo. Il Messaggero ha spiegato che nel provvedimento approvato dalla Camera c’è infatti una norma che consente a chi è disoccupato da oltre 24 mesi di “richiedere al fondo pensione complementare di appartenenza l’anticipo della prestazione pensionistica ‘in forma di rendita temporanea’”. Si tratta di qualcosa di simile alla Rita, ma anche di diverso, in quanto si può richiedere con “un anticipo di cinque anni rispetto ai requisiti per l’accesso alle prestazioni del regime obbligatorio di appartenenza”. Ne potrebbe ovviamente usufruire solo chi iscritto a una qualche forma di previdenza complementare e l’importo della rendita dipenderebbe dai versamenti eseguiti negli anni.
? Non è ancora realmente chiaro quanto partirà l’Ape volontaria, la principale novità della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di bilancio. Paolo Gentiloni aveva parlato di una partenza prima dell’estate, ma pensionioggi.it segnala che con tutta probabilità “la procedura, tenendo conto dei tempi tecnici, dovrebbe partire concretamente dopo l’estate una volta chiuse le convenzioni con il sistema bancario ed assicurativo in cui saranno fissati i tassi e i costi per la stipula della polizza assicurativa contro il rischio premorienza”. Intanto si sa già come concretamente bisognerà presentare la domanda: bisognerà dapprima farsi certificare dall’Inps il possesso dei requisiti per accedere all’Ape tramite domanda via telematica; una volta avuto riscontro positivo, che conterrà anche l’indicazione sull’importo minimo e massimo dell’Ape ottenibile, si potrà presentare domanda per accedere all’Ape, con contestuale richiesta di pensione di vecchiaia da liquidarsi una volta raggiunti i requisiti richiesti.
Sabato si è chiuso il Congresso della Cisl. Annamaria Furlan, rieletta Segretaria generale, ha parlato anche di riforma delle pensioni, evidenziando come sia necessario arrivare a definire una pensione di garanzia per i giovani che hanno carriere discontinue o entrano tardi nel mondo del lavoro. La sindacalista ha anche auspicato che venga fermato “il meccanismo infernale” che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. Si tratta di una questione che ultimamente ha creato molto dibattito, dato che si è sparsa la voce che dal 2019 l’età pensionabile possa essere portata a 67 anni. Probabilmente già domani, data in cui è previsto un incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni, si potranno cominciare ad affrontare queste questioni. Non è detto però che si riesce a entrare nel vivo, anche perché si attende ancora che entri in funzione l’Anticipo pensionistico volontario.
Il Movimento Opzione donna ha deciso di dar vita a una nuova iniziativa per chiedere una riforma delle pensioni che preveda la proroga dell’accesso al regime sperimentale di pensionamento anticipato per le donne, indirizzando una lettera alle moglie e alle compagne di tanti politici italiani, come Agnese Landini, Emanuela Mauro Gentiloni, Anna Venturini Poletti e Silvia Milesi Boeri. Nella missiva si chiede di raccontare e spiegare al proprio compagno di vita “come possa essere stata una vita intera in equilibrio fra casa e lavoro, come possa essere stato faticoso per la nostra generazione (che non ha conosciuto il ruolo collaborativo dell’uomo nei compiti familiari, se non in minima parte) essere mamma, moglie, colf,badante, infermiera, maestra e mille altre cose ancora per uno stipendio spesso da fame”. Viene inoltre ricordato che non si chiede di stanziare ulteriore risorse oltre a quelle che ci sono già, ma non possono essere usate perché “cristallizzate”. “Faccia un gesto di buona politica, racconti di noi al politico che le vive accanto, e lo faccia come lo fa una donna: col cuore”, è la conclusione della lettera.
Oggi, per chi ha l’accredito della pensione in banca, è arrivata la quattordicesima, aumentata ed estesa ad altri beneficiari con la Legge di bilancio. Cesare Damiano ha voluto evidenziare che la quattordicesima non è una misura del Governo Renzi, in quanto “viene erogata dal 2008. È stata una decisione del Governo dell’Unione, quando Prodi era presidente del Consiglio e io ministro del Lavoro, ed è il frutto positivo della concertazione dell’epoca. Anche quest’anno verrà pagata, e sarà il decimo consecutivo”. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera riconosce però al Segretario del Pd “il merito di aver dato continuità a quella scelta e di averla migliorata, alzando la soglia di chi la può percepire dai 750 ai 1.000 euro mensili. E di averlo fatto contro il parere di molti, a partire dal Presidente dell’Inps Boeri”. Damiano però non dimentica “di aver fatto una battaglia senza esclusione di colpi per questo obiettivo e di aver convinto il Governo”, insieme ai sindacati e altri colleghi della commissione Lavoro.
Come noto domani Governo e sindacati torneranno a incontrarsi per discutere della cosiddetta fase due della riforma delle pensioni. Con tutta probabilità non si potrà però non toccare anche il tema dell’Ape social, visto che in queste settimane non sono mancati problemi nella presentazione delle domande da parte dei potenziali beneficiari. I lavoratori precoci si preparano a tenere un presidio davanti alla sede del ministero del Lavoro per quella data, come hanno fatto del resto nelle precedenti occasioni in cui le parti si sono confrontate. Sulla pagina Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti è stata già segnalata la “convocazione” per i membri del comitato Roma-Lazio, ma ovviamente potrà partecipare chiunque altro voglia e possa proveniente da altre regioni. In occasioni come queste spesso i precoci riescono ad avere un confronto diretto e utile con i rappresentanti del governo e del sindacato, anche per continuare a portare avanti la battaglia in favore della Quota 41 per tutti.
È una delle battaglie più “ricorrenti” nel mondo sindacalista quella dello stop all’aumento dell’età pensionistica: tra i vari punti della riforma uno dei punti più critici è proprio una mancata “decisa” diminuzione dell’età in cui i lavoratori vanno in pensione, con numerose novità che comunque sono state effettuate specie con il meccanismo dell’Anticipo Pensionistico. Lo ha ribadito il segretario della Cisl, Annamaria Furlan, appena prima di essere rieletta con il 98% dei voti nel suo mandato alla guida del sindacato “bianco”: «Dobbiamo definire una pensione di garanzia per i tanti giovani che cambiano spesso il lavoro e entrano tardi nel mondo del lavoro. E dobbiamo fermare l’automatismo legato all’aspettativa di vita: questo meccanismo infernale per cui sempre di più si alza l’età pensionabile», spiega alla platea la Furlan. Ripensare ai giovani e dare risposto con meccanismi di rivalutazione delle pensioni esistenti: «questo per i tanti anziani e le anziane del nostro Paese, per i quali spesso essere pensionati significa essere poveri». (agg. di Niccolò Magnani)
Con l’annuncio ribadito anche dal premier Gentiloni riguardo il lancio della riforma pensione, settore Ape volontario, si moltiplicano le domande specifiche dei lavoratori su portali, social e web “ordinario” (nei canali specifici legati al mondo “Pensioni”). Una delle delle domande più frequenti è certamente quella sulla convenienza reale del provvedimento che mira a rilanciare il prestito pensionistico erogato dal settore bancario e assistito sostanzialmente da un’assicurazione privata con l’obiettivo così di far decollare l’azione del governo sul tema pensioni forse già prima di agosto. Così la pensa il presidente del Consiglio, con il portale Pensioni Oggi che prova però a sottolineare un fattore importante: «il costo sarà più leggermente sostenuto perchè il piano di ammortamento dovrà tenere conto anche dei mesi di anticipo in cui è erogato il prestito (fase di accumulo)».
Non solo, con i tassi di interesse importanti (superiori al 2,5%, come stima Nannicini, governo) l’intera misura dovrà essere valutata in maniera seria dal lavoratore per comprendere se sia davvero conveniente iniziare l’intero iter di Ape volontario. L’intero pagamento risarcito dal lavoratore avviene dopo 20 anni, dunque all’87esimo anno: chi rimarrà in vita avrà finito il pagamento e non dovrà più pensarci, chi invece dovesse disgraziatamente mancare prima, lascerà all’assicurazione e non agli eredi, fattore molto importante e innovativo, il nocumento finale. (agg. di Niccolò Magnani)