Si era parlato ieri della proposta di Pierpaolo Baretta per far sì che ci fosse un riscatto gratuito degli anni di laurea ai fini pensionistici dei giovani. A quanto riporta Il Fatto Quotidiano, il sottosegretario all’Economia ha spiegato all’assemblea dei Giovani democratici, che la sua idea è quella di far sì che tale “bonus” valga a solo per quei ragazzi che si iscriveranno all’università l’anno prossimo. Questo perché non ci sarebbero risorse per un intervento strutturale e che possa essere anche retroattivo. Dunque non si tratterebbe di una proposta riguardante un’intera “generazione”, ma ristretta solo a una platea. Almeno per il momento, perché non sarebbe da escludere un’eventuale proroga, sempre che anche questa proposta diventi realtà. In ogni caso sembra improbabile immaginare che chi è già iscritto all’università abbia qualche beneficio.
In settimana, dopo la comunicazione dei dati Istat sulla disoccupazione giovanile sempre a livelli alti, la Cgil aveva diffuso su Facebook un post che, accanto alla foto di Susanna Camusso, riportava queste parole: “Più di un giovane su tre in Italia non trova lavoro. Si deve trovare un nuovo equilibrio, lasciar andare in pensione chi può e investire sui giovani, sul lavoro”. Un post che viene condiviso anche dal Movimento Opzione donna, che chiede che si possa lasciare le italiane libere di andare in quiescenza utilizzando il regime sperimentale di accesso anticipato alla pensione varato nel 2004. “Il Movimento Opzione Donna chiede che al tavolo con il governo sia fermamente sostenuta la prosecuzione del regime sperimentale O.D. per una rapida approvazione di un provvedimento legislativo che proroghi il requisito anagrafico e quello contributivo dal 31.12.2015 al 31.12.2018”, si legge in un post del Movimento, in cui ci si dice anche certi del sostegno della Cgil.
Alla Camera sono stati presentati i risultati dell’indagine conoscitiva promossa dalla Commissione Lavoro della Camera sulla “disparità nei trattamenti pensionistici tra uomini e donne”, un evento cui ha partecipato anche Giuliano Poletti. È noto che le disparità di genere che esistono nel mondo del lavoro si ripercuotono, forse anche più accentuate, in quello previdenziale. Del resto per le donne risulta spesso più difficile riuscire ad accumulare un monte contributivo pari a quello degli uomini. E dall’indagine è emersa la proposta di cominciare a far diminuire questa differenza, dando un peso maggiore alla maternità, per esempio con una contribuzione figurativa aggiuntiva per ogni figlio avuto. L’orientamento sembra essere stato condiviso dal ministro del Lavoro. Secondo quanto riporta l’Ansa, infatti, avrebbe infatti detto che è un tema su cui bisognerebbe riflettere, anche se ha specificato che non c’è alcun intervento specifico allo studio al momento.
“Uno dei temi su cui dovremo riflettere è quello della maternità e cura familiare, per capire come, anche nella riflessione sulla dimensione di un intervento previdenziale, questo sia un elemento che può essere ponderato, valutato e messo in campo”, ha aggiunto. Cesare Damiano, anch’egli presente al convegno, ha ricordato come le donne siano state penalizzate, senza aver avuto alcuna compensazione, dall’innalzamento “brusco” dell’età pensionabile avvenuto con la Legge Fornero, qui si potrebbe appunto prevedere il riconoscimento di un periodo di contribuzione figurativa aggiuntiva ai fini pensionistici per ogni figlio avuto. Vedremo se questa proposta si trasformerà in realtà.
Il futuro previdenziale dei giovani è uno temi al centro del confronto tra Governo e sindacati e Pierpaolo Baretta si prepara a presentare una proposta per cercare di aiutare i ragazzi ad avere dei contributi in più. Secondo quanto scrive Il Messaggero, infatti, il sottosegretario all’Economia nel corso di un’iniziativa odierna della rappresentanza studentesca dei Giovani democratici illustrerà i dettagli di una proposta il cui obiettivo è quello di arrivare a stabilire una contribuzione gratuita fissa per gli studenti universitari che completano, entro la durata legale, il proprio percorso di studio. A beneficiarne sarebbero i Millenials, nati quindi tra il 1980 e il 2000. In pratica si tratterebbe di rendere gratuito quel riscatto della laurea che invece oggi è oneroso. In questo modo si avrebbero già degli anni di contribuzione su cui poter fare affidamento.
Continuano ad arrivare reazioni critiche alla relazione con cui Tito Boeri ha presentato la relazione annuale dell’Inps. Roberto Simonetti ne ha affidata una breve al suo profilo Facebook, scrivendo in un post: “Fermatelo!! Boeri vuole trasformare l’Inps da Istituto di Previdenza a Istituto di Protezione Sociale (sopratutto dei migranti) ….. Altro che Fornero!”. Il deputato della Lega Nord ha anche aggiunto le foto scattate durante l’evento alla Camera, che ritraggono in particolare Boeri mentre parla e i passaggi nel testo scritto della relazione in cui si chiede di cambiare la denominazione dell’Inps e del contributo dati dagli immigrati al sistema sociale. Una presa di posizione piuttosto netta quella di Simonetti, soprattuto per il paragone con l’ex ministro del Lavoro, il cui nome è associato a una riforma delle pensioni che la Lega Nord ha sempre contestato.