I sindacati del Comparto Sicurezza (polizia, forze dell’ordine, etc etc) lamentano ancora la mancanza di una vera trattativa di rinnovo contratti statali per i dipendenti che operano nel campo “sicurezza”. Con una nota molto dura il Coisp, prova a chiarire senza mezzi termini lo stato delle cose per il Comparto Sicurezza, uno dei principali componenti della Pubblica Amministrazione: «La trattativa per il rinnovo dei contratti di lavoro nel Comparto Sicurezza, in pratica, non è neppure iniziata. In questa fase prodromica parlare di chiusura degli accordi e persino ‘sparare’ cifre che non hanno alcun fondamento è qualcosa che non sta in cielo né in terra». Non solo, secondo la Segreteria Nazionale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, per bocca del Segretario Generale, Domenico Pianese, il problema non è legato solo al rinnovo contratti: «l’iter per concludere questo determinante passo nell’interesse dei poliziotti italiani è in pieno svolgimento, e nulla ha a che fare con il rinnovo del contratto degli altri statali che non potrà mai e poi mai andare bene per chi, rischiando la propria vita ogni giorno, ha ben altre esigenze di cui si deve tenere conto».
NODO REDDITI BASSI E PERMESSI
Tra i tanti nodi rimasti aperti sul fronte del rinnovo contratti statali, di certo non va dimenticato – e non lo hanno fatto i sindacati rimettendolo come ordine del giorno per il prossimo incontro all’Aran del prossimo 31 agosto – il punto sui redditi bassi e sui permessi per i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Come ha più volte spiegato anche il ministro della PA Marianna Madia, da quest’autunno con la partenza (si spera a tutti gli effetti) della “macchina” di riforma i primi dipendenti che dovranno ricevere l’aumento medio dello stipendio saranno quelli con redditi più bassi, chi insomma ha sofferto di più gli anni tremendi della crisi economica. Ma si dovrà anche discutere della riorganizzazione del lavoro in base alle nuove norme e alla nuova “stretta” sui permessi, all’interno della giusta lotta contro i cosiddetti “furbetti del cartellino”.
«I permessi orari per sottoporsi a visite mediche, terapie o esami diagnostici, che potranno essere effettuati senza assentarsi dal posto di lavoro per l’intera giornata, usufruendo di ferie o prendendo una giornata di malattia», spiega una delle note dell’atto d’indirizzo presentato a fine luglio dal ministro Madia a tutti i comparti della Pubblica Amministrazione. Sempre sul fronte dei permessi, un’altra novità riguarderà la fruizione a ore dei permessi retribuiti per motivi personali o familiari, anche se il tutto dovrebbe scattare con il 2018 e dunque potrebbe ancora essere passibile di modifiche o margini di “trattative” con le confederazioni sindacali principali.
BONUS RENZI, RISCHIO AUMENTO-BEFFA DI 5 EURO
Il Bonus Renzi è sempre al centro dei “problemi” aperti all’interno delle trattative per il rinnovo dei contratti statali Pa: come annunciato dagli stessi sindacati di ogni comparto della Pubblica Amministrazione prima della pausa estiva, il problema del bonus da 80 euro importato dal Governo Renzi e mantenuto dall’esecutivo Gentiloni resta intatto, purtroppo, per i dipendenti statali. Con l’aumento infatti dello stipendio Pa a 85 euro previsto dalla riforma Madia, molti dipendenti statali e della scuola potrebbero rischiare di vedersi superato la soglia reddituale di 26mila euro: oltre infatti verrebbe meno il bonus Renzi e in questo modo si rischia la clamorosa beffa di un aumento finale nello stipendio di soli 5 euro complessivi, di fatto annullando a vicenda bonus e aumento tanto atteso da oltre 8 anni.
A questo problema dovrà provvedere il governo che ha garantito che questa misura verrà studiata in modo da non fare annullare il Bonus Renzi: la soluzione principale resta quella prevista dai sindacati prima della pausa delle trattative, ovvero di defiscalizzare il Bonus Renzi in modo che gli 80 euro non vengano contabilizzati a livello fiscale nel conto redditi dei dipendenti statali. Ma resta il rebus che il governo dovrà sbrogliare specie sul fronte delle coperture economiche, una “partita” che fino ad autunno inoltrato non sarà sicuramente “conclusa” e che tiene i dipendenti pubblici con il fiato sospeso…