DAMIANO E IL BLOCCO DELL’ETÀ PENSIONABILE
Nell’intervista rilasciata ieri sul Manifesto, Cesare Damiano (presidente Commissione Lavoro alla Camera) illustra definitivamente la sua posizione sull’aumento dell’età per le pensioni nel prossimo futuro, dopo i recenti screzi con il presidente Inps, Tito Boeri, e alcune voci diffuse sulla sua posizione non propriamente veritiere. «Io confuto le tesi di pura fantasia e provocatorie di Boeri: noi non abbiamo mai chiesto il blocco dell’adeguamento, ma il congelamento o il rallentamento dello scatto del 2019», spiega Damiano ai colleghi del Manifesto. Il tema pensioni resta molto caldo sul piatto dopo il vertice che parte oggi tra governo e sindacati sula cosiddetta “fase 2” della riforma previdenziale. Innalzare le pensioni più basse? Damiano replica così, «Io preferirei prima risolvere il problema del riconoscimento del lavoro di cura per le donne e dell’Ape sociale che ha avuto molte più domande del previsto». (agg. di Niccolò Magnani)
RITA, INCENTIVI E PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Anche se meno “chiacchierato” nelle prime dichiarazioni post vertice con il Governo, il tema della Rita sul fronte pensioni non è stato un elemento rimasto in secondo piano durante le trattative ricominciate ieri pomeriggio al Ministero del Lavoro. Come illustra stamane La Stampa, il capitolo della previdenza complementare ha visto di nuovo la proposta di incentivare la Rita, ovvero la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. Si tratta, come già anticipato negli scorsi mesi, di una generale detassazione per poter riuscire a permettere alla pensione integrativa di fare da “reddito ponte” per chi vuole uscite prima dal lavoro. Il Governo ha ribadito che tutto questo potrà avvenire ovviamente solo all’interno dell’Ape Social e che nel corso dei prossimi tavoli di settembre si potrà arrivare ad un accordo siglato con tutti i sindacati. (agg. di Niccolò Magnani)
BARBAGALLO E LA FIDUCIA NEL PARLAMENTO
Nella prima giornata di vertice tra governo e sindacati sulla Fase 2 della riforma pensioni uno dei punti sicuramente più ostico affrontato e sul quale rimane ancora la sostanziale distanza tra governo, richieste sindacali e scelte dell’Inps, resta sicuramente quello dell’aumento dell’età pensionabile. Mentre la Camusso e la Cgil spingono per bloccare in forza l’aumento automatico dell’età pensionabile nel 2019 (seguendo il meccanismo dell’aumento dell’aspettativa di vita, ndr), attaccando il Governo di scarsa sensibilità a questo tema, il leader della Uil Carmelo Barbagallo è certamente più ottimista. «Ho fiducia nel Parlamento, dove c’è una larga maggioranza a favore del congelamento della norma sull’aspettativa di vita: non vorrei che di questa norma soffrisse alla fine il governo». (agg. di Niccolò Magnani)
LA CONTRARIETÀ AL RISCATTO GRATUITO DELLA LAUREA
Governo e sindacati hanno ripreso il confronto sulla previdenza e uno dei temi sul tavolo è stato quello di interventi a favore dei giovani. Non è escluso, quindi, che nei prossimi giorni si torni a parlare dell’ipotesi di rendere gratuito il riscatto della laurea per i millenials più meritevoli, avanzata recentemente da Pier Paolo Baretta. Secondo Paolo Balduzzi, si tratterebbe però di una risposta iniqua e inefficiente rispetto ai problemi che i giovani hanno nel mondo del lavoro. Con un articolo su lavoce.info, il docente dell’Università Cattolica di Milano spiega infatti che già in molti casi gli studenti universitari e le loro famiglie usufruiscono di un abbattimento delle rette finanziato dalla fiscalità generale, senza dimenticare che i laureati possono accedere a lavori meno duri dei non laureati e che appartengono a classi sociali più elevati, “quindi una misura del genere sarebbe oltremodo regressiva”. Senza dimenticare che l’eventuale riscatto gratuito si applicherebbe ai giovai nati dopo un certo anno, escludendo quindi quelli più “anziani” senza un’apparente giustificazione.
Dunque, secondo Balduzzi, se è giusto che i giovani chiedano misure in loro favore il Governo non dovrebbe assecondare in maniera acritica tali richieste, “senza apparentemente porre la questione in termini di efficienza ed equità della spesa pubblica”. “Il vizio di utilizzare il sistema pensionistico per risolvere qualunque problema distributivo in Italia ci ha posto nella condizione di avere sempre meno risorse da spendere per i giovani e per la loro legittima voglia di diventare indipendenti. E addolcire le difficoltà di oggi promettendo loro di mandarli in pensioneprima è il peggior regalo che uno Stato gli possa fare”.
SINDACATI-GOVERNO, SUL TAVOLO ANCHE L’APE
Riparte domani il tavolo di confronto tra sindacati e Governo sulle pensioni. L’incontro che si terrà presso il ministero del Lavoro si annuncia interlocutorio, ma i sindacati si aspettano già delle risposte. Si parlerà della pensione di garanzia, del riconoscimento del lavoro di cura familiare ai fini previdenziali e del rilancio della previdenza complementare per incrementare le adesioni. C’è però anche un grande nodo da sciogliere: le risorse che sono realmente a disposizione per allargare il pacchetto previdenza che dovrà essere inserito nella prossima legge di bilancio. Durante l’incontro si farà il punto della situazione sull’Ape sociale per capire quali correttivi introdurre verso le categorie escluse e per fare una conta delle risorse disponibili. Per quanto riguarda l’Ape sociale, si potrebbe discutere anche della riduzione del requisito contributivo richiesto per le donne, oltre che dell’estensione della misura anche ai disoccupati che non abbiano avuto accesso alla Naspi a causa della scadenza del termine di presentazione della domanda o per mancanza dei requisiti necessari. (agg. di Silvana Palazzo)
ETÀ PENSIONAMENTO: SINDACATI, “AUTOMATISMO DA BLOCCARE”
I sindacati in questi primi giorni di nuove trattative sul fronte pensioni, precari e Ape social dopo la pausa estiva, hanno fissato un punto abbastanza netto: «l’automatismo sull’età di pensionamento che arriverà in funzione dal 2019 deve essere bloccato al più presto», tuonano i portavoce Cgil e Uil, confermando i toni accesi già prima della stabilizzazione della seconda parte della riforma Pensioni 2017. «L’automatismo va bloccato, si è raggiunto un livello insostenibile, non si può ragionare con i conti perché si parla di essere umani», spiega il segretario Ghiselli, assieme al confederato Uil Domenico Proietti. «Il prossimo adeguamento all’aspettativa di vita per l’accesso alla pensione andrebbe “congelato” in quanto alzare l’età pensionabile sarebbe una crudeltà perché porterebbe l’Italia ancora più distante rispetto alla media europea». (agg. di Niccolò Magnani)