I conti non tornano: la prossima legge di Bilancio potrebbe riservare brutte sorprese, anche per quanto riguarda i contratti statali. Le prime simulazioni hanno lasciato intendere che serviranno più risorse per tenere fede ai propositi. Questo è il caso, ad esempio, del rinnovo dei contratti pubblici. Stando alle ultime indiscrezioni, riportate da Il Giornale, ci sarebbe una disponibilità di due miliardi per l’anno prossimo, ma 1,2 miliardi erano stati già stanziati dalla precedente legge di Bilancio. Pur sommando l’importo stanziato e quello che potrebbe essere messo a disposizione, non si arriva a coprire il costo stimato, che è di circa 5 miliardi di euro. Il rischio, dunque, è che vengano scontentato proprio un settore bloccato da diversi anni. Anche per questo motivo i sindacati sono sul piede di guerra. Basteranno gli introiti della rottamazione delle cartelle esattoriali, il taglio ai bonus fiscali e la lotta all’evasione per ottenere nuove risorse? (agg. di Silvana Palazzo)
CONTRATTI STATALI: ULTIME NOTIZIE E AUMENTO STIPENDI PA
LA CRITICA DI ANIEF
E come spesso accade in questi mesi di forti contrasti e trattative per il rinnovo totale dei contratti statali, è il mondo della scuola a segnalare le maggiori difficoltà e criticità a riguardo dell’aumento medio di 85 euro per ogni dipendente pubblico, compresi gli insegnanti dunque. In un lungo comunicato al veleno, il sindacato Anief affonda proprio su questo punto, con il presidente Marcello Pacifico che attacca tanto il Miur quanto il Ministero della Pa: «fallimenti delle riforme, promesse non mantenute, trattamenti sfavorevoli per Ata, insegnanti e presidi», lamenta l’Anief, «per questi motivi diffidiamo i sindacati a sottoscrivere contratti che non tengano conto di tutti questi problemi. È questo il momento di chiede più risorse, di salvaguardare il personale con una parte normativa del contratto che tuteli le tante figure professionali che operano nelle nostre scuole». Con un ultimo affondo, Pacifico spiega di non volere per nulla “svendere la categoria per pochi denari”, lamentano l’arretramento dei diritti, come ad esempio le nuove opzioni Madia sui permessi per malattia, gli orari di lavoro e l’intero comparto della riforma che non convince per nulla il sindacato Anief.