BOERI CRITICO SULL’APE VOLONTARIA
Tito Boeri ha parlato dopo tre giorni di silenzio sul fronte pensioni dopo la novità dell’Ape volontaria: lo ha fatto intervenendo a Genova in un incontro organizzato dall’Inps. «È sempre positivo quando si dà maggiore libertà di scelta alle persone ma il nuovo strumento è abbastanza costoso per le famiglie». Una stoccata, l’ennesima, che il responsabile dell’istituto di previdenza lancia al ministero del Lavoro con il quale non sono state poche le distanze su molti punti importanti della riforma pensioni. «È uno strumento neutro sul debito pensionistico, quindi sostenibile dalle casse dell’istituto – ribadisce Boeri, come riporta Il Sole 24ore -. È chiaro che lo strumento è abbastanza costoso per le famiglie e ha una struttura complessa».
DAMIANO, “EVITARE GUERRE TRA GENERAZIONI”
Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavora alla Camera, interviene in un incontro pubblico ancora sul fronte pensioni dopo il recente Forum di Cernobbio dove il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha affermato quanto lo stesso Damiano va dicendo da mesi. «È importante che Poletti abbia ribadito a Cernobbio che la legge di Bilancio conterrà anche interventi sulle pensioni». Secondo il presidente della Commissione Lavoro il tema dell’assegno giovani e lo stop all’aumento dell’età pensionabile dal 2019 sono nodi-chiave: «l’ostilità iniziale e pregiudiziale del Governo al tema pare ormai superata. Bisogna evitare che si scateni una guerra tra generazioni mettendo in contrapposizione il tema del lavoro con quello della previdenza». In particolare, sul punto chiave dei giovani e delle fatiche enormi nel raggranellare una pensione contributiva nei primi anni di ingesso nel mercato del lavoro, ancora Damiano ha affermato: «incentivare in modo strutturale le assunzioni di giovani a tempo indeterminato, significa garantire quella continuità di lavoro che rappresenta la via maestra per ottenere una pensione dignitosa. Realizzare l’obiettivo di una “pensione contributiva di garanzia”, per chi ha cominciato a lavorare dal 1996 e avrà una previdenza calcolata sui soli contributi versati in una vita di lavoro, significa soccorrere coloro che hanno avuto la sfortuna di dover subire un lavoro discontinuo e mal pagato».
I PUNTI DEL NUOVO VERTICE MINISTERO-SINDACATI
Oggi è previsto un nuovo vertice sulle pensioni al Ministero del Lavoro tra Giuliano Poletti e i rappresentanti nazionali dei sindacati: tra le tante novità in campo, il giorno dopo il via libera all’Ape volontaria non senza polemiche, i punti affrontati saranno i licenziamenti con nuovo paletto per le aziende. In pratica non si potrà licenziare sei mesi prima e sei mesi dopo l’assunzione, pena la non erogazione/perdita degli incentivi: come spiega il Sole 24 ore, altro punto principale sul tavolo saranno proprio i nuovi sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani; «potrebbero prendere forma nella misura di un taglio dei contributi previdenziali pari al 50%, fino ad un limite di 3.250 euro per 2-3 anni, per i giovani fino a 29 anni di età», segnala il Giornale di Sicilia.
GUIDA E LA PENSIONE DEI METALMECCANICI
Sul fronte dell’aumento dell’età pensionabile interviene Francesco Guida (Uilm-Uil) che prova a fare il punto per l’eventualità di una pensione ai metalmeccanici verso i 70 anni. «Crediamo come organizzazione sindacale, ma soprattutto come uomini che ogni giorno sono sui luoghi di lavoro a confrontarsi con i lavoratori, che una vera riforma passi solo ed esclusivamente modificando l’attuale legge Fornero – afferma Guida su TermoliOnline – non è pensabile che soprattutto i lavoratori metalmeccanici (ma non solo loro), già costretti a tipologie di turni molto pesanti debbano andare in pensione a 70 anni nel prossimo futuro». In particolare, il sindacalista ritiene che solo abbassando l’età pensionabile e trasformando i contratti da interinali a stabili si possano ricreare quelle condizioni per cui «non venga cancellata una generazione senza lavoro e senza pensione».
LA PLATEA DELL’APE VOLONTARIA
Con un comunicato pubblicato su Twitter, la presidenza del Consiglio ha annunciato la firma del premier Paolo Gentiloni al Dpcm sull’Ape volontaria. Un provvedimento atteso da settimane che avrà decorrenza dal prossimo maggio e sarà retroattiva. Ma quanti saranno gli italiani interessati da quest’annunciata svolta sul tema pensionistico? Le stime del governo in questo senso sono chiare. Come riportato dall’Ansa, infatti, soltanto quest’anno la platea potenziale per l’Ape volontaria sara’ di 300.000 persone, per scendere nel 2018 a quota 115.000. Insomma, quasi mezzo milioni di lavoratori potrà avere accesso all’Ape volontaria. Dopo la registrazione della Corte dei Conti e la pubblicazione della circolare dell’Inps, bisognerà attendere soltanto le convenzioni con le banche e con le assicurazioni, che sono già in via di definizione. Dagli inizi di ottobre, come riporta Quotidiano.net, i lavoratori potranno richiedere il prestito-ponte che gli consentirà di anticipare l’uscita dal lavoro fino a tre anni e sette mesi rispetto all’età pensionabile. (agg. di Dario D’Angelo)
TEMPI E RISORSE PER L’APE SOCIALE
Con gli ultimi vertici tenuti in settimana con i sindacati, i nodi rimasti in campo per le pensioni riguardano vari aspetti, tra cui certamente le risorse e le tempistiche per il completamento dell’Ape sociale. Tanto l’anticipo che il pensionamento con 41 anni di contributi sono un beneficio che viene riconosciuto solo entro i limiti di spesa presenti al momento con questa legislazione. Secondo l’attuale legge di bilancio, le domande di Ape sono state raccolte fino al limite di 300 milioni di euro l’anno, «con un finanziamento prima crescente sino ai 647 milioni per l’anno 2019 e poi decrescente, sino a sparire del tutto dopo il 2023). Un simile vincolo di bilancio è previsto anche con riferimento al pensionamento con 41 anni di contributi», spiega il portale di PensionI Oggi. Per poter consentire all’INPS di monitorare il rispetto dei limiti di spesa vigenti, i lavoratori interessati hanno dovuto in prima battuta presentare una domanda in modo da consentire all’Inps di verificare la sussistenza dei pre-requisiti necessari.
CARRIERE DISCONTINUE, LE PROPOSTE DEL GOVERNO
La scorsa settimana è stata importante perché per la prima volta si è formulata la proposta reale del governo sul fronte pensioni per i giovani: l’ipotesi è infatti quella di ridurre la soglia del trattamento pensionistico minimo maturato per i giovani, pensando di garantire un assegno tra i 650 e i 680 euro mensile nel caso in cui i contributi versati non abbiano raggiunto un livello tale da garantire la cifra maggiore. Di fatto, ha spiegato ieri Poletti, questo dovrebbe avvenire tramite un meccanismo di garanzia che consenta «la percezione di un trattamento minimo, ottenuto sommando alla pensione contributiva una quota dell’assegno sociale». La proposta vuole arrivare fino al punto, ha poi continuato ancora il Ministro del Lavoro illustrando la tesi del governo, in cui si possa costruire un percorso per i giovani che hanno carriere discontinue, specie nei primi di anni di accesso al lavoro. «Ci sono alcune opzioni in campo del tipo assistenziale e previdenziale per far fronte a questa situazione. Il tema è ancora aperto a discussione», ha aggiunto Poletti, che ha ricordato come finora il clima con i sindacati in queste nuove trattative è disteso e positivo. (agg. di Niccolò Magnani)
L’APE VOLONTARIA AVRÀ DECORRENZA RETROATTIVA
Uno dei principali capisaldi della Riforma Pensioni degli ultimi due governi Renzi-Gentiloni era proprio l’Ape volontaria e da oggi, con la firma del decreto, diviene realtà a tutti gli effetti. Come iscritto nel testo che trovate anche qui sotto, la decorrenza del anticipo pensionistico sarà da maggio 2017 e, questa la novità, sarà retroattiva. «Coloro che hanno maturato i requisiti in una data compresa tra il primo maggio 2017 e la data di entrata in vigore del presente decreto possono richiedere, entro 6 mesi dall’entrata in vigore del presente decreto, la corresponsione di tutti i ratei arretrati maturati a decorrere dalla suddetta data di maturazione dei requisiti». Secondo i primi calcoli dell’Ansa, la platea potenziale per l’Ape volontaria secondo le stime del governo sara’ di 300.000 persone nel 2017 e di 115.000 nel 2018.