BERLUSCONI TORNA SUL RIALZO DELLE MINIME
Silvio Berlusconi oggi punta ancora su una delle sue prime promesse di questa campagna elettorale, relativa alle pensioni minime. Sulla sua pagina Facebook ha infatti scritto: “Con il centrodestra alla guida del Paese siamo riusciti ad aumentare le pensioni minime a ben 1 milione e 835 mila pensionati. Lo avevamo promesso e lo abbiamo realizzato, con i fatti e non solo con le parole. Una volta al governo ci impegneremo nuovamente per portare le pensioni minime a 1.000 euro per 13 mensilità garantendo a tutti una vecchiaia dignitosa”. Il post è accompagnato da un video in cui l’ex Premier, nel suo studio, parla tenendo in mano un cartello che ricorda appunta che il suo Governo aveva aumentato le minime a 1.835.000 pensionati. Berlusconi spiega che allora non c’era ancora l’euro e dunque un milione di lire era sufficiente per arrivare dignitosamente alla fine del mese. Come allora, l’intenzione è quindi quella di mantenere una promessa fatta agli elettori prima del voto.
MOODY’S DIFENDE LA LEGGE FORNERO
Manca meno di un mese alle elezioni e la riforma delle pensioni è uno dei temi principali della campagna elettorale. Da Moody’s arriva però il consiglio di non toccare l’attuale sistema previdenziale. L’agenzia di rating spiega infatti che la Legge Fornero è stata “una delle riforme chiave attuate in Italia negli ultimi anni, a sostegno della sostenibilità a lungo termine del debito pubblico”. Dunque, secondo quanto riportato da Adnkronos, Moody’s ritiene che sarebbe negativo cambiare rotta come promesso da alcuni partiti. Resta il fatto che, al di là del risultato delle urne, il quadro della finanza pubblica probabilmente porterebbe a diluire l’attuazione delle promesse elettorali. L’agenzia di rating si unisce in ogni caso al coro delle istituzioni internazionali che ritengono sarebbe sbagliato modificare in profondità l’attuale sistema pensionistico.
QUASI MEZZO MILIONE DI PENSIONATI DA OLTRE 37 ANNI
Gli ultimi dati statistici dell’Inps mostrano che in Italia ci sono 471.545 pensionati che stanno ricevendo l’assegno pensionistico da prima del 1980, ovvero da più di 37 anni. Sono invece più di 700.000 coloro che hanno una pensione liquidata prima del 1982, quindi che percepiscono l’assegno da almeno 35 anni. Questi dati non contemplano le pensioni di invalidità o quelle sociali, tuttavia comprendono quelle di reversibilità. Perlopiù questi assegni sono quelli derivanti dalle baby pensioni. Come spiega Repubblica, infatti, l’età di decorrenza delle pensioni liquidate prima del 1980, secondo i dati Inps, è di 49,9 anni per quelle di vecchiaia e di 46,4 anni per quelle di anzianità. Interessante il dato sull’importo medio di questi assegni: nel settore pubblico è intorno ai 1.500 euro mensili, mentre in quello privato è sotto i 1.000 euro.
LA CIRCOLARE COVIP SULLA RITA
Mentre l’Ape volontario ancora non si può utilizzare, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione ha diffuso una circolare sulla Rendita integrativa temporanea anticipata che contiene diverse importanti indicazioni. La Rita, come noto, può essere richiesta da chi ha almeno 5 anni di anzianità contributiva nelle forme pensionistiche complementari e può rappresentare una boccata da ossigeno per chi, a dieci anni dal raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia, si ritrova disoccupato da almeno 24 mesi: può infatti presentare domanda per avere la Rita e non restare quindi privo di reddito, ammortizzatori sociali e pensioni. In assenza di queste condizioni particolari, la Rita può comunque essere richiesta da chi, cessata l’attività lavorativa, si trova a non più di 5 anni dall’età anagrafica per la pensione di vecchiaia e con almeno 20 anni di contribuzione nei regimi obbligatori di appartenenza.
La circolare 888 della Covip chiarisce che ora non è più necessario presentare un’attestazione dell’Inps sulla sussistenza dei requisiti sopra elencati. Basteranno gli estratti conto contributivi o delle dichiarazioni sostitutive. La Covip ha anche stabilito che l’erogazione della Rita deve avere una periodicità non superiore ai tre mesi. Inoltre, “nell’ottica di favorire la gestione attiva della posizione individuale accumulata anche nel corso di erogazione della Rita, si ritiene opportuno che la porzione di montante di cui si chiede il frazionamento continui a essere mantenuta in gestione, così da poter beneficiare anche di relativi rendimenti”.
ELSA FORNERO PARLA DEGLI ATTACCHI RICEVUTI
Elsa Fornero ha parlato con alcuni giornalisti a margine di un incontro tenutosi a Milano e le è stato chiesto se non ritenga che ci si stato un acuirsi degli attacchi nei suoi confronti, visto anche che la cancellazione della sua riforma delle pensioni viene promessa da alcune forze politiche. L’ex ministra del Lavoro ha detto che questa situazione è sotto gli occhi di tutti, ma ha anche aggiunto di ricevere, “anche da persone che magari avrebbero avuto ragione di avercela con me, attestazioni di solidarietà” proprio per questi attacchi ricevuti. “Non credo ci sia mai stato il caso di un personalismo portato a questi estremi per una legge. Quindi ci sono chiari segni di cinismo e anche di vigliaccheria. Perché la vigliaccheria in certi ambienti politici è una dimensione molto frequente”, ha poi detto Fornero.