DAMIANO I MILLE EURO PROMESSI AI PENSIONATI
Intervistato dal Mattino di Padova, Cesare Damiano spiega che il Pd ha perso le elezioni, “perché la sinistra, purtroppo, viene percepita più come frequentatrice dei salotti che non delle fabbriche”. Dal suo punto di vista in Italia è avvenuto quel che si è già visto negli Usa, con gli operai che hanno votato Donald Trump piuttosto che Hillary Clinton. L’ex ministro del Lavoro non nasconde però che le promesse impossibili degli avversari, anche in tema di pensioni, hanno giocato un ruolo importante. “È chiaro che mille euro di pensione, a prescindere dai contributi versati o addirittura con zero contributi, rappresentano una promessa non realizzabile che può indurre al lavoro nero. Infatti se la pensione me la danno a prescindere dai contributi perché mai devo cercare un posto di lavoro regolare?”, evidenzia Damiano.
PROTESTE SULLE RIVALUTAZIONI IN SPAGNA
Contro le politiche seguite sulle rivalutazioni delle pensioni, migliaia di persone sono scese in piazza a fine febbraio in diverse città della Spagna. Secondo quanto riporta il sito di Rassegna sindacale, nei prossimi giorni dovrebbero tenersi altre mobilitazioni con lo scopo di protestare contro la rivalutazione decisamente ridotta che hanno subito le pensioni: basti pensare che per il 2018 è stata pari allo 0,25%. Dall’anno prossimo entrerà poi in vigore un meccanismo che “prevede l’assunzione nel sistema di calcolo delle pensioni del coefficiente legato alla speranza di vita, con una riduzione dell’importo mensile”. La protesta, dicono gli organizzatori, andrà avanti fino a quando non ci sarà una rivalutazione degli assegni in linea con quello che è l’aumento dell’inflazione registrato. A metà mese sono in programma manifestazioni a Madrid e Barcellona.
LE PAROLE DI TITO BOERI
Tito Boeri l’aveva detto già nelle scorse settimane e l’ha ribadito ancora in un’intervista a Il Sole 24 Ore: cancellare la Legge Fornero comporterebbe “un aumento del debito implicito di 85 miliardi, circa il 5% del Pil, con un ritorno ai pensionamenti di anzianità a quota 98 oppure con 40 anni di contributi”. Quanto alla proposta di Quota 41 e Quota 100 fatta sia dalla Lega che dal Movimento 5 Stelle, il Presidente dell’Inps ha spiegato che “secondo i nostri calcoli con quei requisiti e senza le finestre mobili introdotte tra il 2009 e il 2010, l’impatto sul debito implicito salirebbe a 105 miliardi, oltre sei punti di Pil, con una maggiore spesa aggiuntiva al netto dei contributi fino a 20 miliardi l’anno”. Inoltre, ha evidenziato che le stime fatte dall’Inps “sono prudenziali”, visto che non vengono conteggiati i costi aggiuntivi che potrebbero doversi pagare a coloro che negli ultimi anni sono andati in pensione con regole più stringenti. In questo senso ha fatto l’esempio di chi è andato in pensione con Opzione donna: potrebbe chiedere una qualche forma di rimborso visto che ha subito il ricalcolo contributivo del proprio assegno pensionistico.
Boeri ha anche detto che c’è il modo per arrivare a una pensione anticipata senza creare problemi nei conti e allarmare l’Ue: “Percorrendo la strada della flessibilità sostenibile. La nostra proposta fatta all’inizio della scorsa legislatura, intitolata ‘Non per cassa ma per equità’ andava in questa direzione: se vuoi andare in pensione prima, non molto prima, devi pagare qualche cosa in termini di minore importo della tua pensione”.
LE PAROLE CHIAVE DEL CODS
Concretezza e responsabilità sono le parole chiave su cui far affidamento, in questi giorni di incertezza politica, secondo Orietta Armiliato. Sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social ha infatti evidenziato che “in assenza di interlocutori con i quali dialogare e pianificare i passi da compiere per poter andare avanti nel percorso intrapreso, possiamo solo continuare ad esercitare il concetto di concretezza, seguitando a mantenere il focus sulla nostra sacrosanta richiesta di riconoscimento e valorizzazione del lavoro di cura del quale le donne si fanno carico e che tutti ieri, mimosa in mano, ne hanno sottolineato l’importante e oggi indispensabile, poiché colma lacune e carenze create proprio dal sistema, ruolo sociale”. Per questo occorre la responsabilità di “tutti, donne per prime, affinché il lavoro fino a oggi svolto e che ha prodotto un importante risultato con l’inserimento del capitolo ‘lavoro di cura’ all’interno della piattaforma unitaria stilata e discussa con l’esecutivo uscente ma che non dovrà a causa di questo perdere la sua valenza (e ci mancherebbe altro che, dopo aver sostenuto costi ed impegni, così fosse) non sia buttato a mare”.