IL RAPPORTO SULLO STATO DELL’ARTE DELLE PENSIONI
State Street Global Advisors, divisione di asset management di State Street Corporation, ha realizzato in collaborazione con Prometeia la ricerca “La Ri-Evoluzione delle Pensioni: Rapporto sullo Stato dell’Arte delle Pensioni Italiane”. Secondo quanto riporta Milano Finanza, i risultati mostrano che il 75% degli rispondenti con meno di 35 anni “afferma di avere nozioni limitate o inesistenti sulle pensioni; il 70% delle famiglie pensa di non avere informazioni sufficienti sulle pensioni integrative, ma, allo stesso tempo, l’81% degli interpellati ritiene che la propria pensione futura non sarà soddisfacente. Inoltre, per la maggior parte degli intervistati, i costi rappresentano il principale ostacolo all’utilizzo di fondi pensione complementari”. “Il messaggio è chiaro: in Italia è necessario un maggiore impegno, promosso dal Governo, per informare ed educare la popolazione in merito ai vantaggi dell’investimento nei fondi pensione integrativi”, ha detto Antonio Iaquinta, head of institutional business in Italia di State Street Global Advisors.
Del resto il sistema pensionistico pubblico italiano sta mostrando un trend di decrescente “generosità”, se si pensa che un lavoratore medio con una carriere completa si poteva aspettare di avere una pensione superiore all’80% dello stipendio, ma che ora si sta alzando l’età pensionabile. Malgrado ciò, le somme che gli italiani investono nei fondi pensione sono pari al 9,6% del Pil, uno dei livelli più bassi tra i Paesi Ocse. “Riteniamo che una campagna promozionale organizzata dal Governo potrebbe essere un modo efficace di educare i lavoratori sui fondi pensione integrativi e sfatare i miti sul tema”, ha aggiunto Iaquinta.
ESODATI, NUOVO APPELLO PER LA NONA SALVAGUARDIA
Radio Cusano Campus, nella sua trasmissione “Legge o giustizia”, ha dato spazio a Emilio Galligaris, uno dei seimila esodati che sono rimasti esclusi dalle salvaguardie finora approvate e che rischia di dover aspettare ancora almeno sei anni (se non di più) prima di accedere alla pensione, dopo essere rimasto senza lavoro nel 2008. Se non ci sarà una nona salvaguardia (del costo stimato di 200 milioni di euro) tante altre persone rischiano di vivere nell’incertezza e soprattutto in condizioni economiche che possono davvero arrivare sotto i livelli di sussistenza, una volta esauriti i risparmi accumulati e gli aiuti ricevuti magari dai familiari. Non mancano partiti che hanno inserito la proposta di una nona salvaguardia nel proprio programma elettorale, ma c’è da dire anche che i tentativi già fatti l’anno scorso in questa direzione sono stati “respinti” dal Governo e dalla maggioranza.