INPS E CONTRIBUTI, I CONTI SUL CUMULO PER LE PENSIONI
Il cumulo dei contributi è diventato una realtà anche per i professionisti dopo che è stata messa fine alla querelle tra Inps e Adepp relativa agli oneri di gestione delle pratiche, quantificati in cerca 65 euro. In questi giorni stanno infatti arrivando notizie delle prime liquidazioni delle pensioni dei professionisti che hanno richiesto il cumulo. Non manca però chi, pur potendo utilizzare questa misura introdotta con la Legge di bilancio 2017, sta facendo i conti per vedere se risulta conveniente farvi ricorso. C’è infatti chi potrebbe provare a raggiungere la pensione di anzianità, anziché quella di vecchiaia, usando il cumulo contributivo, magari effettuando anche un riscatto, ma si chiede se il gioco valga la candela, nel senso che potrebbe anche rischiare di prendere una pensione più bassa. In questi casi la cosa migliore è farsi assistere da un patronato o un professionista, di modo che si possano effettuare tutti i calcoli corretti, tenendo però anche presente che le regole che valgono ora, specie per il calcolo dei coefficienti delle pensioni, potrebbero non valere in futuro o quanto meno modificarsi.
STEFANO PATRIARCA SULL’APE VOLONTARIA
Dopo il comunicato dell’Inps si può dire che l’Ape volontaria sia a tutti gli effetti operativa. Sarà infatti possibile presentare la domanda per accedere all’Anticipo pensionistico dopo che ci sarà la certificazione, sempre da parte dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, del possesso dei requisiti richiesti. Stefano Patriarca in un articolo su Il Sole 24 Ore evidenzia che “l’implementazione del provvedimento è stata più lunga del previsto per alcune difficoltà burocratiche, ampliate dalla novità assoluta dello strumento, che raccorda elementi previdenziali e finanziari e quindi soggetti diversi (Inps, banche, assicurazioni, ministeri, eccetera) alle prese con sinergie ma inedite”. Il consigliere economico di palazzo Chigi respinge però le accuse di chi nel corso dei mesi ha parlato “di ‘truffe’ ai danni dei cittadini, di costi eccessivi, di ‘mutui’ da accendere per andare in pensione”.
Dal suo punto di vista, infatti, non bisogna dimenticare che nessuno è obbligato a richiedere un prestito per andare in pensione anticipata. Chi non ha altre strade come l’Ape social, “potrà farsi un ‘autoprestito’ e sposterà una parte decisa liberamente della propria pensione futura (che avrebbe da 67 anni in poi) uno o due o tre anni prima; insomma ‘spalmerà’ nella misura che desidera la sua pensione su più anni”. Un’operazione il cui costo, evidenzia Patriarca, non ricadrà sui giovani, senza dimenticare che lo Stato “si carica della metà dei costi”, pari a circa l’1,6% per ogni anno di anticipo e che sarà possibile continuare a lavorare part-time.