Il ministro del Miur Valeria Fedeli ha ribadito estrema soddisfazione per la firma sul contratto nazionale dei docenti, spiegando in una nota come «è un ottimo traguardo raggiunto, che ci consente di dare il giusto riconoscimento professionale ed economico, dopo oltre otto anni di attesa, alle donne e agli uomini che lavorano con passione e serietà nel comparto della conoscenza». Al netto delle critiche che invece molti sindacati (ovviamente non quelli generali che hanno firmato oggi l’intesa all’Aran, ndr) secondo il Ministero dell’Istruzione quello odierno è «un primo passo che consente di offrire migliori condizioni alle dipendenti e ai dipendenti, di proseguire nella valorizzazione e nel riconoscimento della professionalità fondamentale delle docenti e dei docenti mettendo al centro, così, l’interesse delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, delle famiglie e di tutto il Paese. Con il rinnovo abbiamo mantenuto un impegno preciso. Abbiamo segnato una pagina importante. Abbiamo lavorato nel solco dell’intesa siglata il 30 novembre del 2016, andando oltre, convinti come siamo che valorizzare chi opera nei settori della conoscenza significhi impegnarsi per garantire un futuro di qualità alle nostre giovani e ai nostri giovani». Non solo la scuola ma anche l’Università vede cambiare alcuni dettagli dei contratti nazionali: in particolare, l’incremento per docenti e personale universitario è del 4% con circa 440 euro di media per gli arretrati. Secondo quanto riporta il Ministero stesso, «Per avvicinare le retribuzioni più basse alla soglia degli 85 euro prevista dall’accordo del 30 novembre 2016 è stata usata una indennità perequativa, valida fino al 31 dicembre 2018. Inoltre, è stata prevista una posizione economica in più per tutte le categorie».
FIRMATO CONTRATTO NAZIONALE SCUOLA
Erano stati convocati per la giornata di oggi, giovedì 19 aprile, i sindacati in occasione della sottoscrizione definitiva del contratto scuola dopo la pre-intesa dello scorso 9 febbraio e l’ok da parte del Consiglio dei ministri e della Corte dei Conti. Con la firma definitiva avvenuta oggi il rinnovo del contratto nazionale nel comparto istruzione e ricerca diventa finalmente realtà. Ci sono voluti nove anni prima di giungere ad un nuovo contratto per l’istruzione e finalmente ora è possibile ricordare le due principali novità che esso prevede al suo interno. In primo luogo, aumenti salariali per i docenti, da 85 a 110 euro e poi un ridimensionamento del ruolo dei dirigenti scolastici, come previsto dalla legge 107. Resta invariato, invece, l’orario di servizio. L’ultimo tassello, dunque, si è completato nella giornata odierna con l’apposizione della firma. Come ricorda Repubblica.it, in occasione della firma sono stati convocati all’Aran, alla presenza del presidente Sergio Gasparrini, i tre sindacati confederali del reparto scuola (FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola Rua), ad esclusione invece di Snals e Gilda, rimasti fuori dalla contrattazione integrativa nazionale e di istituto.
LE NOVITÀ DEL NUOVO CONTRATTO SCUOLA
Il via libera definitivo al nuovo contratto per l’istruzione è stato accolto con grande soddisfazione da Pino Turi, segretario della Uil scuola che, come riferisce Repubblica nell’edizione online ha commentato: “Dopo 10 anni di blocco della democrazia e del contratto, finalmente arriva un contratto che ci vede convinti di aver fatto un buon lavoro per l’interesse dei lavoratori e della scuola italiana”. In riferimento agli aumenti salariali che potrebbero arrivare fino a 110 euro, una quota è stata presa dai fondi sul merito. In passato, in base alla legge sulla “Buona Scuola”, erano messi solo a disposizione dei dirigenti che avevano la facoltà di distribuirli ai docenti considerati più meritevoli. A restare invariati, con il nuovo contratto scuola, oltre all’orario di servizio sono anche i permessi e le ferie sia per i docenti che per il personale non docente. Il contratto nazionale avrà una durata pluriennale e questo contribuirà a garantire la continuità didattica. La parte sulle sanzioni disciplinari, invece, sarà discussa in separata sede, così come era stato già previsto dalla pre-intesa di due mesi fa.