USB PENSIONATI CONTRO LEGA E M5S
Oggi si tiene la Prima giornata europea dei pensionati indetta dalla Federazione sindacale mondiale. L’Usb Pensionati ha voluto evidenziare con una nota l’importanza di questo momento. “Nel nostro Paese abbiamo subito un attacco alla previdenza pubblica che non solo è in atto, ma che continua anche se ha raggiunto il suo punto più elevato nella famosa e fatidica legge Fornero. Come se i guasti prodotti da tale legge non fossero sufficienti, l’Ue e il Fmi intervengono costantemente per segnalare l’insufficienza delle misure attuali e la necessità di ulteriori interventi di tagli alla quattordicesima, alle pensioni di reversibilità e di invalidità, il ricalcolo con il metodo contributivo e così via”, si legge nella nota, dove si critica anche l’intenzione del nuovo Governo in formazione di cancellare detrazioni e deduzioni fiscali, “un attacco senza precedenti con una logica che prevede meno tasse e più servizi a carico dei cittadini, una condizione devastante per milioni di pensionati”.
ELSA FORNERO CRITICA QUOTA 100
Elsa Fornero ha commentato, raggiunta al telefono da Lapresse, la proposta di Quota 100 inserita nel contratto di Governo tra Lega e Movimento 5 Stelle in tema di pensioni. Per l’ex ministra del Lavoro “rischia di vanificare i sacrifici che sono stati fatti in questi anni da molti lavoratori e rischia anche di vanificare aspettative che le persone in ogni caso aveva incorporato, cambiando anche i loro piani di vita”. Dal suo punto di vista con “Quota 100 senza alcuna penalizzazione si continua con un pagamento che è sostanzialmente basato su formula retributiva, e quindi senza non solo alcun disincentivo a continuare il lavoro, ma con incentivi a uscire perché queste quote sono una riedizione della pensione di anzianità”. Inoltre, “questa decisione mi sembra trascuri completamente l’onere che viene messo a carico delle generazioni future dopo che la riforma delle pensioni del 2011 ne aveva parzialmente detratto una parte”.
QUOTA 100 E QUOTA 41, I CONTI DI DAMIANO
Cesare Damiano commenta il contratto di Governo tra Lega e M5s che prevede una riforma delle pensioni all’insegna di Quota 41 e Quota 100, “obiettivi che condivido, ma per i quali non c’erano e non ci sono le coperture finanziarie. Si tratta di 5 miliardi all’anno o è una tantum?” , chiede l’ex ministro del Lavoro. Il quale ricorda che rispetto ai conti che nella passata legislatura erano stati fatti da Inps e Ragioneria generale dello Stato, “la distanza è di 1 a 10. Infatti, per i primi 3 anni l’Inps stimò un costo di 8,5 miliardi all’anno (per i 41 anni di contributi e per la pensione a partire dai 62 anni con la penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto a 66), che decresceva a 4 miliardi per gli anni successivi. Poiché le coperture si proiettano nei 10 anni, il totale, solo per queste rivendicazioni, ammonta a oltre 53 miliardi nel decennio. Appunto 5 miliardi ma, mediamente, per ogni anno”.
PEDRETTI: QUOTA 100 NON BASTA
Ivan Pedretti, parlando con l’Agenzia Dire, ha parlato di “sprovveduti” a proposito del Governo che sta nascendo tra Lega e Movimento 5 Stelle, che “devono passare dalla campagna elettorale ai fatti concreti”. Per quanto riguarda il tema specifico delle pensioni, il Segretario generale dello Spi-Cgil ritiene che “se pensano di cancellare la riforma Fornero e dare una risposta ai giovani è una cosa fuorviante. Serve un confronto vero e approfondito sulle pensioni a partire dalle giovani generazioni a cui va assicurata una pensione di garanzia. Bisogna, inoltre, riconoscere il lavoro di cura a milioni di donne che non hanno nessun riconoscimento per l’attività dedicata ai lori familiari”. Dal suo punto di vista, Quota 100 “non basta: bisogna intervenire sui coefficienti della legge Fornero per renderla flessibile, bisogna rivedere i meccanismi dell’aspettativa di vita che è diversa a seconda delle condizioni di lavoro e bisogna garantire ai giovani un lavoro bene retribuito”.
LE CRITICHE A QUOTA 100 E QUOTA 41
Nel contratto di Governo di Lega e Movimento 5 Stelle si parla anche di riforma delle pensioni con l’introduzione di Quota 100 e Quota 41, secondo quanto i due partiti avevano già proposto in campagna elettorale. Proposte che, aveva evidenziato Vincenzo Galasso sulle pagine del Sole 24 Ore, favoriranno il pensionamento anticipato a danno dei pensionamenti di vecchiaia. “Non è un dettaglio (politico) da poco, perché pensionati anticipati e di vecchiaia sono molto diversi. Ecco l’identikit: nel 2017, le nuove pensioni anticipate erano 160mila (su 290mila pensione previdenziali dirette liquidate) per un importo medio di circa 2.000 euro mensili, erogato soprattutto agli uomini (71 anni), con un’età media di 61 anni, Molto meno generose le pensioni di vecchiaia, in media attorno ai 750 euro mensili, erogate ben più tardi, attorno ai 66 anni e mezzo, e con molte donne tra i percettori”, scrive il Professore di Economia della Bocconi.
Secondo Galasso, il superamento siffatto della Legge Fornero “tende a favorire i lavoratori anziani con carriere contributive continue a scapito di lavoratori ancora più anziani, ma con carriere lavorative spesso interrotte (come le donne). Ma soprattutto lascia il conto da pagare ai giovani”. Dal suo punto di vista è quindi piuttosto sorprendente che i giovani del Movimento 5 Stelle vogliano superare la Legge Fornero, anche perché il reddito di cittadinanza non sarebbe in grado di compensare quello che le giovani generazioni perderebbero con la flat tax a il superamento dell’attuale sistema pensionistico.