CON COTTARELLI LA LEGGE FORNERO NON SI TOCCA
Carlo Cottarelli ha accettato l’incarico di formare un Governo. Resta da capire se riuscirà ad avere la fiducia del Parlamento. Di certo in tema di riforma delle pensioni, l’ex commissario alla spending review non seguirà la strada del contratto tra Lega e Movimento 5 Stelle dato che ha detto di voler assicurare una gestione prudente dei conti pubblici. Infatti, proprio l’Osservatorio sui conti pubblici italiani da lui diretto, aveva messo in rilievo che gli interventi come Quota 41, Quota 100 e la proroga di Opzione donna avrebbero avuto un costo di circa 8,1 miliardi di euro: soldi che difficilmente si possono reperire nel momento in cui si vuole evitare l’aumento dell’Iva e si vuol far rimanere deficit e debito pubblico entro i margini concordati. Tra l’altro proprio Cottarelli, da commissario, voleva tagliare le pensioni più alte per contenere la spesa pensionistica.
SALTA IL GOVERNO CONTE
Non c’è dubbio che la mossa di Sergio Mattarella, che ha detto no a Paolo Savona ministro dell’Economia, con la conseguente decisione di Giuseppe Conte di rimettere l’incarico di formare un governo, sia piaciuta ai mercati finanziari. Lo spread è infatti subito sceso a 190 punti base e la Borsa italiana fa segnare un rialzo dell’1,7% nei primi scambi della giornata. In qualche modo si trova quindi ad avere anche ragione Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, che in un’intervista al Corriere della Sera ha ricordato che è importante non perdere la fiducia di chi sottoscrive il debito italiano. “Soltanto quest’anno, ci sono ancora 93 miliardi di euro di titoli a breve termine da collocare, oltre a 88 miliardi di titoli a medio e lungo termine. L’anno prossimo ci sono scadenze per un totale di 340 miliardi. Sono risorse fondamentali. Servono appunto a pagare pensioni, sanità, stipendi. E riusciamo a farlo grazie a una completa interconnessione con i mercati finanziari mondiali, per questo preservare la fiducia guadagnata significa tutelare la nostra economia reale, la ricchezza delle nostre famiglie e delle imprese italiane”, ha detto.
I PRIMI ATTI DEL GOVERNO CONTE
Il Sole 24 ore ritiene che il governo Conte, qualora nascesse per davvero nelle prossime ore, sul fronte delle pensioni metterebbe in campo i primi provvedimenti scritti nel contratto di Governo stipulato da Lega e Movimento 5 Stelle. Nello specifico, Ape Social e Opzione Donna potrebbero essere i primi “puntelli” per il tema pensioni e soprattutto i primi passi per superare e riformare la legge Fornero dei governi “tecnici” prima e di centrosinistra poi. «Taglia-leggi e pensioni dovrebbero essere i pilastri su cui costruire l’eventuale decreto. Sulla previdenza non dovrebbe scattare subito l’operazione per garantire le uscite con quota 100 (somma di età anagrafica, con un minimo di 64 anni, e contributiva) e quota 41 e 5 mesi (senza vincoli anagrafici), destinata a decollare con la legge di bilancio. L’idea sarebbe di rendere immediatamente operative le cosiddette misure preparatorie, compreso lo stop all’Ape social e agli interventi ad hoc messi a punto dal governo Gentiloni per i lavori gravosi, e di dare il via al ripristino di opzione-donna (uscita con 57-58 anni di età e 35 anni di contributi e assegno contributivo)», scriveva in settimana un focus del Sole 24 ore. Il decollo di quota 100 invece dovrebbe avvenire, come detto in questi giorni anche su queste pagine, nella prossima Legge di Bilancio. Sempre, ovviamente, che vi sia un Governo giallo-verde in rampa di lancia nelle prossime settimane.. (agg. di Niccolò Magnani)
VALLI (M5S): “COMMISSIONE UE IPOCRITA CON L’ITALIA”
La contestazione del Movimento 5 Stelle nei confronti dell’Europa non si esaurisce solo nei contesti di formazione Governo e bilanci economici ma si presenta anche nel complicato e intricato tema delle pensioni e sul superamento della Legge Fornero promesso dal Governo Conte. Secondo Marco Valli, europarlamentare M5s, la posizione della Commissione Europea su questo punto è ai limiti dell’ipocrisia: «La Commissione europea ha presentato nel suo bilancio per il 2019 la richiesta di un aumento del 6% nella voce pensioni interne», spiega il politico grillino in una lunga nota da Bruxelles. E aggiunge, «È assurdo che per far quadrare i conti dei paesi del sud Europa siano state imposte riforme molto impopolari d’austerità e sacrificio sulle pensioni in stile Fornero, mentre per il sistema previdenziale delle istituzioni europee non siano previste gestioni responsabili e in linea con i sacrifici richiesti ai cittadini nelle raccomandazioni specifiche per paese presentate anch’esse in questi giorni». Secondo Valli e l’intero gruppo M5s, le pensioni privilegio dei deputati del Parlamento Ue non prevedono contributi e «la proposta lanciata dai grillini europei di poterle equiparare a quelle dei cittadini con un sistema contributivo è stata nettamente respinta nel recente passato», conclude il comunicato stampa.
QUOTA 100, QUOTA 41 E L’APE
L’Ape volontario sembra riscuotere un certo successo. Il Sole 24 Ore segnala infatti che sono state presentate oltre 4.200 domande all’Inps, per un importo medio di 925 euro. Il quotidiano di Confindustria mette in evidenza che al momento non si sa quale sarà il destino dell’Anticipo pensionistico in forma volontaria con l’arrivo del Governo Lega-M5s. Infatti, con la riorganizzazione del sistema pensionistico è quasi certo che l’Ape social verrà accantonato, tenendo al massimo una formula di agevolazione per i lavori particolarmente gravosi. Invece l’Ape volontario potrebbe arrivare fino alla scadenza della sperimentazione, prevista alla fine del prossimo anno e non essere rinnovato. Nel frattempo c’è da capire se, con l’arrivo Quota 41 e Quota 100, potrebbe avere ancora senso ricorrere a un pensionamento anticipato da finanziare con un prestito bancario.
Chi è vicino ai 63 anni, o li ha già superati, dovrà fare i suoi conti, anche perché non è da escludere che quanto scritto nel contratto di Governo siano gli obiettivi di lungo termine dell’esecutivo e che quindi la Quota 41 e la Quota 100 potrebbero arrivare non subito con la prossima Legge di bilancio, dove bisognerà fra l’altro fare i conti con le clausole di salvaguardia per evitare l’aumento dell’Iva. Tra l’altro quanto farà il nuovo esecutivo influirà sulle decisioni delle imprese circa l’adozione dell’Ape aziendale. Quota 100 e Quota 41 potrebbero infatti rappresentare uno “scivolo” per alcuni lavoratori, senza accollarsi il costo che l’Ape aziendale richiede.