Possono nutrire buone speranze gli elettori di M5s e Lega che hanno scelto di votare per Luigi Di Maio e Matteo Salvini per la promessa di smantellare la legge Fornero con una riforma delle pensioni. Da Vienna, dove si è recato per un summit informale dell’Ecofin, il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha infatti assicurato:”In manovra partiranno tutte le varie riforme”. Il riferimento nemmeno troppo velato è appunto alla riforma delle pensioni che dovrebbe introdurre il meccanismo della Quota 100, al reddito di cittadinanza cavallo di battaglia del M5s e alla flat tax di marca leghista. Come riportato da Huffington Post, restano da chiarire i margini di tali misure e in questo senso le trattative riguardano proprio i due leader di M5s e Lega se è vero – come ha confessato il titolare di via XX Settembre – che è in atto una discussione “in parte tecnica, ma molto politica”. (agg. di Dario D’Angelo)
ATTESA PER PAROLE PRESIDENTE CONTE
Con la Manovra in fase di studio da parte del titolare dei conti, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, grande attenzione è riservata ovviamente al capitolo pensioni. L’obiettivo dichiarato della Lega è quello di smantellare definitivamente la riforma Fornero e di arrivare a quota 100 (somma di anni di lavoro e contributi versati). Indicazioni importanti sulle modalità che potrebbero riguardare la nuova riforma potrebbero arrivare già oggi da Cernobbio, dove si svolgerà la seconda giornata del Forum organizzato da Ambrosetti. Per le ore 17:45 è infatti in programma l’intervento del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che di fronte ad una platea formata per gran parte da economisti e imprenditori dovrà essere chiaro soprattutto sull’aspetto più discusso della revisione della legge Fornero, ovvero la reperibilità delle risorse necessarie a superarla. (agg. di Dario D’Angelo)
ANEDDA, “QUOTA 100 SI LIMITI AL PUBBLICO”
Intervenendo al Forum Ambrosetti di Cernobbio, il presidente della Cassa di Previdenza dei Dottori Commercialisti (CNPADC) non può non citare il nodo della riforma pensioni che il Governo Lega-M5s sta mettendo a punto per inserirla subito nella prossima Manovra Economica. «Ci attendiamo che la riforma pensioni che voglia eventualmente attuare il Governo riguardi unicamente la previdenza pubblica, anche se devo dire in altre occasioni nel tentativo di andare a modificare la previdenza pubblica spesso si è compresa anche quella privata, creando problemi ben maggiori di quelli che si volevano risolvere», spiega Walter Anedda. Non solo, secondo il leader CNPADC quello che dovrà accadere nei prossimi mesi è un augurio che non possa “colpire” il settore degli autonomi e dei privati: «mi auguro di poter essere sentiti dall’autorità governativa prima che si metta mano ai nostri ordinamenti. Faccio un esempio quasi scolastico: uno degli obiettivi che si è posto il Governo, almeno secondo la stampa, è quello di quota 100, nel tentativo di ridurre l’età alla quale andare in pensione. Ma paradossalmente le casse di previdenza hanno già una quota inferiore a 100, quindi si arriverebbe al risultato opposto».
QUI LA CRONACA DELLA GIORNATA DI IERI
RIFORMA PENSIONI, PENNISI: “DI MAIO CONCERTI DI PIÙ, COME SU ILVA”
L’economista e consigliere del Cnel Giuseppe Pennisi – più volte intervenuto anche sulle pagine del nostro quotidiano, ndr – considera il lavoro di Di Maio sul fronte Ilva un ottimo punto di partenza per poter cambiare totalmente strategia sul fronte pensioni, dato che finora è stato alquanto inefficace. «La concertazione: sull’Ilva ha fatto bene, ora serve anche sul fronte pensioni» secondo Pennisi che sul portale Formiche.net esprime il suo parere in merito alle due importanti riforme (Quota 100 e taglio pensioni d’oro) del Governo gialloverde. «La proposta di legge da lui ispirata e promossa sulle così dette “pensioni d’oro” (ddl Molinari – D’Uva dal nome dei due parlamentari che la hanno presentata) viene calendarizzata senza un confronto con le parti sociali e senza chiedere, come sarebbe d’uopo, il parere del Cnel, di recente ricostituito. In passato, anche recente, i provvedimenti sulla previdenza (specialmente una riforma complessiva ed articolata come quella prevista nella Molinari – D’Uva) venivano sempre discussi con le parti sociali ed esaminate dal Cnel prima del vaglio da parte del Parlamento. È la prassi in tutta Europa». In conclusione, secondo Pennisi, lo «strabismo delle ‘divergenze parallele’ pare nuocere a tutti».