Mossa disperata di Lecornu e Macron per salvare il Governo ed evitare la sfiducia: sospesa la riforma pensioni, ire da destra e sinistra. Ecco cosa succede

L’ANNUNCIO IN PARLAMENTO E LA SFIDUCIA EVITATA: LECORNU SALVA IL GOVERNO MA INGUAIA I CONTI

Fino ad oggi era stato l’unico vero “veto” mantenuto dall’Eliseo in materia di politica economica ma davanti alla possibilità che anche il secondo Governo Lecornu potesse saltare nel giro di due settimane, il “velo” è stato tolto: il Premier centrista oggi in Assemblea Nazionale per il suo discorso programmatico (atto a conquistarsi la fiducia, che funziona in Francia in maniera molto diversa dall’Italia) ha annunciato che la riforma delle pensioni viene ufficialmente sospesa fino al 2027. Ovvero fino alle Elezioni Presidenziali: più chiaro di così, Lecornu prova a “blindare” Macron evitando il tracollo del Presidente e dello stesso Governo, conquistandosi – o verrebbe da dire, “comprandosi” – il voto del Partito Socialista.



Il Ps di Faure e Glucksmann aveva posto un grande veto alla fiducia da esprimere al Premier Lecornu, ovvero proprio il permanere della riforma pensionistica che ha spaccato il Paese in questa ultima Legislatura: in vista della Manovra di Bilancio da approvare entro fine anno, la proposta nel discorso di politica generale fatto dall’appena insediato Primo Ministro è di sospendere l’aumento dell’età pensionabile (approvato nel 2023) «fino almeno al gennaio 2028», come richiesto dai Socialisti e dal sindacato CFDT nell’ultimo incontro a Palazzo Matignon con Lecornu.



Governo Francia, il Premier Lecornu con il Presidente Macron (ANSA-EPA 2025)

Davanti alle ire di buona parte del Parlamento, il tentativo messo in atto dal Governo è di ottenere almeno per ora una non sfiducia, almeno dall’area di Centrosinistra: permangono infatti la richiesta di destituzione di Macron proposta da Melenchon, sia le richieste di dimissioni dell’Eliseo per tornare alle urne. «Questa sospensione deve riportare la fiducia necessaria per costruire nuove soluzioni», si è difeso Lecornu davanti all’Assemblea Nazionale, aggiungendo che la discussione sulle pensioni dovrà poi essere al centro della prossima campagna elettorale presidenziale.



LA MOSSA DISPERATA DI MACRON DAVANTI AD UN PARLAMENTO A RISCHIO SBANDO

Macron dunque, tramite Lecornu, prova il “doppio gioco” di blindare il Governo oggi e porre la “mina esplosiva” della riforma pensioni nel pieno della campagna per il rinnovo dell’Eliseo prevista nel 2027: quei circa 400 milioni di euro che non verranno incassati nel 2026 (totale 1,8 miliardi nel 2027) dovranno però essere giocoforza recuperati da altre operazioni dello Stato, ha intimato il Primo Ministro parlando esplicitamente di «compensazione finanziaria», tramite dunque «altri tagli alla spesa pubblica».

Partito Socialista Francia: Olivier Faure e Raphael Glucksmann (ANSA-EPA 2025)

«È una grande vittoria per i francesi», ha spiegato il capogruppo del Partito Socialista in Assemblea, Boris Vallaud, plaudendo all’iniziativa di Lecornu che porterà almeno per il momento a congelare la richiesta di sfiducia preparata nei giorni scorsi dal PS. Una mossa per l’appunto disperata e che rimette ancora più in bilico un bilancio come quello della Francia già pesantemente in crisi tra debito, riarmo militare e mancata crescita: senza questo però molto probabilmente Lecornu sarebbe caduto per la seconda volta prima ancora di cominciare la Manovra, inducendo a quel punto quasi certamente il ritorno alle Elezioni Legislative in pieno periodo di bilancio a fine anno.

Da giovedì prossimo in Parlamento si voteranno le due mozioni di censura del RN di Marine Le Pen e della LFI di Melenchon con a questo punto la possibilità concreta che una maggioranza mista (e frastagliata al suo interno) di macronisti, Repubblicani, Verdi e Socialisti – in pratica gli stessi “colori” che tengono in piedi la Commissione Europea di Ursula Von der Leyen – possa salvare ulteriormente l’Eliseo di Emmanuel Macron.

I 69 voti dei Socialisti fanno molto comodo visto che ora sembra meno proibitiva la missione di trovare un accordo di base per approvare la Manovra entro il 31 dicembre. Se però Lecornu si salva con questa carta “disperata” permane il rischio di un Parlamento allo sbando che difficilmente potrà mantenere compattezza nei prossimi mesi, specie se le ricette economiche non dovessero convincere il centro, il centrodestra e il centrosinistra.