Nel suo ultimo romanzo "Stella 111" Lutz Seiler racconta la Germania dell'Est e la sua "anima", in uno sconvolgente cambio d'epoca
Ci sono libri che incutono timore solo per la loro mole: serve coraggio sia per leggerli che per scriverli. Stella 111 (Utopia, 2025) di Lutz Seiler è uno di questi, e vale la pena addentrarcisi per una serie di ottime ragioni.
La prima è che la storia è bella – e questo è ciò che speriamo quando ci avventuriamo in letture corpose –, bella nel senso che rivela tratti umani necessari, insoliti e pungenti. La seconda ragione è che Stella 111 ti trascina nelle pieghe del protagonista e dei comprimari, senza comprimerli in definizioni, accennando e insinuando, perché la verità dei rapporti è spesso fatta di enigmi che non si lasciano decifrare del tutto, ma che incantano proprio perché sfuggono a ogni prigionia.
La terza ragione è che il romanzo si distende in un periodo storico – i fatti immediatamente successivi al crollo del Muro di Berlino – di cui tutti, più o meno, conosciamo la cornice, ma che resta in qualche modo sospeso in sconcertanti banalità che finalmente qui prendono vita, per tutte le promesse che hanno avuto la forza di suscitare.
Il romanzo racconta la storia di un giovane della Germania Est i cui genitori, all’improvviso, lasciano tutto e si trasferiscono all’Ovest, come tanti. Ma per Carl, che ha abbandonato casa, studi e vive in modo disordinato alla giornata, si tratta di un uragano che lo coglie non solo impreparato, ma lo lascia attonito e privo di ogni possibilità di reazione.
E mentre, quasi per inerzia, si spinge a Berlino vivacchiando a metà tra il vagabondaggio e l’anelito a qualche imprecisata speranza, viene letteralmente tratto in salvo da una di quelle improbabili comunità di sognatori anarchici e visionari che immaginano una rivoluzione impossibile, cibandosi di sogni, musica, molta birra e occupando abitazioni abbandonate da distribuire a chi non ha casa.
Orfano, si scopre adottato, raccolto dalle macerie in cui stava rotolando, da questi strani uomini e donne che si prendono cura di lui, gli danno cibo, casa, lavoro. Tutto alle soglie dell’illegalità, ma nella sostanziale forma della sublimazione della complessità di un mondo completamente incomprensibile.
Carl scopre l’amore all’interno di un mondo forse troppo nuovo per quei ragazzi dell’Est, abituati a ben altro – “festeggiavano la libertà che gli era caduta addosso inaspettatamente” – e forse proprio attraverso quell’amore scaturisce il bisogno di proiettarsi, partendo da brandelli di materialità, in uno spazio poetico di cui non può fare a meno.
Non ricerca il riconoscimento in quest’opera di trasfigurazione delle cose, forse perché, come gli dice un improbabile personaggio russo che solo alla fine svelerà chi è veramente, ha paura. Ma nei fatti, la poesia – costruita con il lavorio disciplinato e instancabile di parole limate migliaia di volte – è il modo con cui Carl accede a uno spazio esistenziale profondo.
Il filo che lo lega ai genitori non si spezza mai, e li seguiamo nel loro incedere incerto in quella Germania occidentale che accoglie i fratelli dell’Est con perplessità e pudore. Gli ostacoli poi vengono superati, e il traguardo è sorprendente, entusiasmante addirittura, quando infine si svela la miccia che trent’anni prima ha acceso quel desiderio che nessuna cortina di ferro ha potuto annientare. Un desiderio tenuto in vita e di cui si sono nutriti, forse, per non morire.
Scoprendolo, Carl scopre molto più che l’inganno. Non sapere o supporre nulla… “non sono stato coinvolto, pensò Carl… gli avevano taciuto ogni cosa e condotto una sorta di vita surrogata”, scopre una verità amara solo in parte: che l’altro, anche se amato, resta sconosciuto – e forse non espugnare è il solo modo per amare davvero.
“Improvvisamente, suo padre gli fece pena. Voleva ascoltare, e allo stesso tempo non voleva. I suoi genitori sconosciuti. Tutto era confuso. Era il figlio, ma anche suo padre era un figlio”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.