Dopo il licenziamento per aver rifiutato la mascherina a lavoro, un commesso della Coop ha vinto il processo al tribunale del lavoro: ora l’azienda gli dovrà pagare gli stipendi arretrati, i contributi e saldare le spese legali da lui sostenute, oltre a reintegrarlo sul posto di lavoro. Il protagonista di questa storia è Lorenzo Minzoni, 61 anni, cassiere dell’ExtraCoop di Ravenna che a settembre scorso si oppose all’obbligo di Ffp2 che aveva imposto l’azienda ai dipendenti, senza che ci fosse alcuna legge in merito. L’obbligo imposto dal governo, infatti, era decaduto sui luoghi di lavoro e i clienti, infatti, entravano nell’esercizio senza mascherina.
Nonostante ciò, la Coop continuava a voler imporre ai lavoratori la Ffp2. Allora Minzoni ha iniziato a rifiutarsi di portare il dispositivo medico fino ad essere licenziato, nonostante fosse suo diritto farlo come scrive ora il giudice del lavoro Dario Bernardi. “L’imposizione era illegittima” in quanto non sussisteva più alcun obbligo di mascherina sui luoghi di lavoro, tolto col decreto legge 83 del 15 giugno del 2022. A detta del giudice, il fatto che il governo e le parti sociali avessero firmato un protocollo che stabiliva la possibilità per il datore di imporre la mascherina in determinate condizioni, non significava che si potesse forzare i dipendenti a tenere la mascherina senza un motivo.
Licenziato perché non indossava la mascherina: Coop dovrà riassumerlo
Nonostante l’obbligo di mascherina non sussistesse più, la Coop aveva prima emanato una direttiva aziendale nel luglio 2022 e poi si era impegnata per costringere i lavoratori ad indossarla. Minzoni Lorenzo, non avendo intenzione di mettere la mascherina, era stato invitato a lasciare il posto di lavoro. L’uomo aveva iniziato a lavorare senza mascherina e l’azienda aveva chiesto l’intervento dei carabinieri, che se ne erano però andati senza fare nulla perché non avevano la facoltà di allontanarlo con la forza con la motivazione che non indossasse la mascherina, spiega La Verità.
Così “il lavoratore da un momento all’altro veniva messo alle strette dai suoi superiori, sulla base di un pretesto (che lui sapeva essere ingiusto) e per di più si vedeva davanti due militari chiamati dal datore di lavoro per allontanarlo”, scrive il giudice nella sentenza. Il 3 settembre dell’anno scorso il cassiere aveva iniziato a non ascoltare più le direttive aziendali, non indossando la mascherina. Così il 5 settembre 2022 gli era stato ordinato di lasciare il posto di lavoro. “Sono stato proprio contento di aver letto quello che ha scritto il giudice. Vuol dire proprio che giustizia, come si dice, è stata fatta” ha commentato il commesso della ExtraCoop di Ravenna, che ora dunque tornerà a lavoro.