Il nuovo accordo sui dazi di Trump al 15% potrebbero mettere in ginocchio tante aziende in Italia. Arriva la richiesta di aiuti significativi.
I dazi imposti da Trump stanno mettendo a dura prova l’economia europea, includendo anche l’Italia e arrecando delle preoccupazioni importanti, tra cui l’incertezza dei mercati, la perdita potenziale dei posti di lavoro e il rincaro globale sui beni.
Per via di tale situazione i mercati traballano, e gran parte delle categorie economiche del nostro Bel Paese desiderano ricevere un aiuto importante. Nel frattempo per fortuna, tra l’Unione Europea e l’America si è giunti alla conclusione di applicare il 15% e non oltre.
I danni dei dazi voluti da Trump che impattano l’Italia

Anche se i dazi di Trump al 15% hanno fatto tirare un sospiro di sollievo per chi di aspettava una percentuale maggiore, allo stesso tempo l’Italia è preoccupata sulle possibili ripercussioni economiche che potrebbero intaccare specifiche categorie, tra cui il settore del vino, dei macchinari, l’agroalimentare e i veicoli.
Le imprese replicano all’Unione Europea e al Governo e chiedono un intervento mirato che possa aiutarli a colmare il gap dei danni che si stimano possano arrivare. Potrebbero andar perduti miliardi di euro proprio per via di queste “barriere artificiali” con le nuove imposte volute dal Presidente americano.
La richiesta all’UE arriva direttamente da Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, che chiede sostegni alle aziende che potrebbero vedersi sfumare 22,6 miliardi di euro. Il nuovo patto con il tetto al 15% non soddisfa, e non sarà mai soddisfacente fino a quando la somma sarà sempre superiore allo 0%.
Il rischio è il fallimento o “quasi”
Confcooperative ha analizzato la questione sui dazi voluti da Trump e l’accordo tra UE e USA applicando il 15% sul totale dei beni commercializzati. Tuttavia l’organizzazione italiana è seriamente preoccupata per gli artigiani, che ad oggi non potrebbero sostenere il peso (né indiretto e neppure diretto) delle nuove imposizioni fiscali.
La paura per Confcooperative è che le aziende del settore possano ritrovarsi ai tempi della pandemia del Covid 19, dovendo affrontare una crisi senza precedenti. É il momento che Ursula von der Leyen ci metta del suo e introduca degli strumenti cautelativi.
Ma volendo osservare in maniera analitica, Legacoop sostiene che non è solo il 15%, visto che alcuni settori subiranno un impatto ingente (specialmente sui componenti destinati alle quattro ruote e l’intero comparto automobilistico).
