Si è svolto il 26 febbraio 2021 il Convegno “Dentro gli eventi costruiamo il futuro”, in cui l’Osservatorio della Contract Logistics del Politecnico di Milano ha fornito un quadro d’insieme del settore della logistica alla luce delle sfide del periodo attuale. Nonostante quello della supply chain sia stato uno dei settori meno colpiti dalla pandemia, come e forse più di altri è stato chiamato a reinventare assetti ed equilibri consolidati alla luce delle mutate esigenze e dello spostamento della domanda fra i canali di vendita. L’evento, organizzato da Number1 Contract Logistics Group, si è svolto in diretta streaming dalle 11 e alle 13 con gli interventi di Renzo Sartori, Presidente Number1 Logistics Group, Marco Melacini (Professore di Logistics Management – Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet), Alessandra Masciarri (Direttore Supply Chain Italia per Bolton Food), Davide Villani (General Manager di Number1). È intervenuto inoltre il nuovo Direttore commerciale di Number1, Alberto Tosciri, che in questa intervista ci parla delle evoluzioni, delle sfide e delle prospettive di un settore in costante evoluzione.
Cosa è successo negli ultimi tempi e quale evoluzione vede per il vostro settore?
La società ha riscoperto il ruolo della supply chain. Molte volte i servizi di logistica hanno una scarsa visibilità, il consumatore finale ha una percezione minima del valore che la supply chain riveste per la vita quotidiana di ognuno. Durante la pandemia, quando molte cose che davamo per scontate sono venute a mancare, abbiamo iniziato a capire come privati che la supply chain è cruciale nell’ottica di garantire la disponibilità di un prodotto – che sia nello scaffale di un supermercato o consegnato a casa. La supply chain così ha acquistato un valore molto importante nel percepito e nell’opinione pubblica.
Nello stesso tempo la pandemia vi ha messo di fronte a delle sfide, quali?
La pandemia ha evidenziato la vulnerabilità del sistema, come di tanti altri sistemi, anche se devo dire che, nonostante il cambiamento di contesto repentino, la supply chain ha retto e noi abbiamo avuto i prodotti disponibili, non c’è stato un tema di shortage. Però tra tutte le difficoltà che sono emerse ci sono certamente delle criticità, il macrotrend sarà quello di rendere il sistema un po’ più sicuro anche di fronte a possibili eventi con magnitudo di larga portata.
Le soluzioni sviluppate in emergenza diventeranno strutturali?
Sì, penso alla costruzione di sistemi più ridondanti, meno centrati, più periferici, alla digitalizzazione ancora più spinta, tutte tematiche in cui nel prossimo futuro la logistica dovrà cimentarsi. Nel futuro vedo un’evoluzione legata al costruire nelle sue fondamenta una soluzione di supply chain che possa reggere l’impatto di situazioni estreme, come quella che abbiamo vissuto. Cosa diversa è che la gestione dell’emergenza diventi continuativa, speriamo di no, ma sicuramente dobbiamo pensare a una soluzione di filiera che possa facilmente adattarsi a piani di contingenza legati a situazioni catastrofiche.
Si parla tanto di resilienza come competenza che permette alle aziende di affrontare sfide come la pandemia attuale. Come avete affrontato queste sfide?
Il tema della resilienza è stato toccato anche nell’evento di oggi, il cui titolo, “Dentro gli eventi costruiamo il futuro”, è molto significativo. Number1 sul tema della resilienza ha dato veramente un’esibizione di forza, nell’anno della pandemia i livelli di servizio di Number1 sono stati fra i migliori di sempre. In una situazione di emergenza siamo riusciia a erogare una continuità di servizio che è, come sappiamo, molto importante. La natura di questa reazione positiva è nel modello di business che ha Number1.
Ci dica di più.
Il fatto di avere fatto una politica degli spazi e della copertura territoriale coi propri magazzini che è diversificata, e non con fortissime concentrazioni in pochi siti; il fatto di avere dei sistemi informativi organizzati su tutto il network, che ha permesso di agire aprendo e chiudendo, perché il tema è stato poter chiudere nelle zone rosse e ri-dirottare merci e servizi su altri siti con continuità, grazie appunto alla standardizzazione dei servizi.
E poi?
L’altro punto è la capacità di distribuzione, la flotta di mezzi a disposizione. Number1 ha una politica molto chiara, in questo contesto risultata vincente, di avere una quota di flotta di proprietà, gestita direttamente. La digitalizzazione dell’azienda ha permesso poi uno switch sullo smart working rapido e molto performante. Il tema che a mio avviso su tutto fa di Number1 uno dei soggetti unici in Italia è la collaborazione di filiera. Number1 è una cinghia di trasmissione tra il mondo della produzione alimentare e quello della distribuzione e in una situazione di emergenza è riuscita a connettere i due mondi mantenendo un ruolo di problem solver, di generazione di continuità di servizio, che come sappiamo era il valore numero uno durante l’emergenza.
Come ci siete riusciti?
Grazie all’importanza dei volumi, alla capillarità, e grazie dalla collaborazione con tutti gli attori, produttori e distributori. Grazie alle partnership attive Number1 è riuscita ad ammortizzare le difficoltà e a trasformarle in occasioni, in una continuità che non è venuto meno.
Lei è arrivato in azienda in questo periodo particolare. Quali sono i punti di valore che ha evidenziato?
Io ho avuto la bellissima opportunità di entrare in un’azienda che ha un’ottima visione e un’eccellente realtà. Sui punti di valore individuo due macrotemi. Il primo è la vision dell’azienda, costituita dalla strategia e dall’imprenditorialità dei soci, a mio avviso un elemento profondamente distintivo nel mercato. Number1 ha il focus nell’accompagnare i propri clienti nella creazione del valore, e questo accompagnare avviene con una visione a medio e lungo termine. Siamo una realtà italiana, una realtà eccellente all’interno dell’eccellenza italiana nel settore alimentare, quindi parte della nostra visione è questa mission di contribuire a rafforzare il sistema Italia.
E il secondo macrotema?
La collocazione strategica chiara, che si consegue facendo della specializzazione e del know how dei punti di forza. L’altro punto che mi ha stregato fin dai primi colloqui è il concetto di sostenibilità nei confronti della comunità in cui si opera, sostenibilità non solo come responsabilità ambientale ma anche come responsabilità sociale. E poi fondamentale è l’execution. Number1 vanta un livello di esecuzione che è eccellente.
Quali invece le criticità per il futuro?
Parlerei più di opportunità: l’estensione dei servizi e dei prodotti di Number1 per consolidare la nostra posizione in modo tale da collegare sempre più mondo della produzione e mondo della distribuzione creando valore. Al proposito, oggi ho avuto l’onore di presentare l’ultimo prodotto di Number1, che è la distribuzione su tutto il territorio italiano con sistemi a temperatura condizionata e controllata a 15-18 gradi.
Di che si tratta?
È un processo di distribuzione su tutto il territorio nazionale a una temperatura tra i 15 e i 18 gradi. Per farlo gli asset e le capabilities che Number1 mette in campo sono importanti. Abbiamo un sistema di magazzini e hub con un’ottima copertura territoriale che garantiscono oltre 40mila metri quadri di temperatura controllata, abbiamo circa 30 piattaforme di distribuzione di ultimo miglio ognuna delle quali dotata di un’area a temperatura controllata di 15-18 gradi. E poi abbiamo circa metà dell’intera flotta, sia primaria che secondaria, con mezzi che garantiscono la temperatura controllata. Il tutto gestito secondo gli approcci tipici di Number1: una forte copertura territoriale, una grande capillarità e un controllo diretto di processi.
Per quali tipi di prodotti si utilizza?
Tipicamente per tutti i prodotti legati alla cioccolata, ma anche per il mondo dei prodotti alimentari biologici o degli integratori, prodotti intrinsecamente più delicati e con proprietà organolettiche particolari, che hanno bisogno di “coccole” nel processo distributivo, come appunto mantenere la temperatura in un range predefinito.
Quali sono le direttrici di sviluppo per Number1, su cosa puntate in questo 2021?
Punteremo sul servizio principale che è quello di logistica integrata, ma il gruppo Number1 ha un portafoglio di prodotti e servizi sul mercato particolarmente interessante, già adesso, su cui puntiamo, che sono le società di handling, di movimentazione, dove abbiamo specializzazioni sia nelle logiche di siti produttivi sia di magazzini di distribuzione. Abbiamo poi una società diretta di trasporti che si chiama Gev. E in ultimo Pallet 1, un servizio di pallet pooling. Questi tre sono i punti di maggior attenzione nell’immediato, insieme anche a un nuovo soggetto che farà parte del gruppo, Number1 International, una società che sarà focalizzata sui servizi di distribuizione internazionale via maree o via aerea. La grande novità del 2021 quindi sarà la proiezione internazionale dell’azienda.
Che non è poco.
L’Italia è famosa per l’eccellenza in due settori principali, il fashion e l’alimentare, e Number1 rappresenta l’eccellenza al servizio di queste eccellenze, la proiezione internazionale ne è la diretta conseguenza.