Secondo Luca Richeldi, direttore di Pneumologia del Policlinico universitario Gemelli di Roma, la pillola anti covid della Merck, “sponsorizzata” da Anthony Fauci e che sarebbe in grado di dimezzare le ospedalizzazioni per covid, potrebbe essere solo la prima di una nuova lunga serie di antivirali che dovrebbero comparire nei prossimi mesi per contrastare il virus. In collegamento stamane con il programma di Rai Tre, Agorà, l’esperto ha spiegato: “E’ il primo degli antivirali studiato specificatamente contro questo virus. Gli antivirali che abbiamo usato fino ad ora erano stati studiati per altri virus, in particolare per l’Hiv. Ma l’antivirale della Merck non è il primo, ne arriveranno anche altri”.
Quindi Richeldi ha ribadito il proprio pensiero: “I dati sono relativamente incompleti e preliminari – ha aggiunto l’esperto – ma sono convinto che ne arriveranno ancora più importanti. Quindi antivirali e anticorpi monoclonali diventeranno un po’ il cardine della terapia dei pazienti che sviluppano l’infezione, insieme a quei farmaci soppressori della risposta immunitaria eccessiva che Aifa ha già approvato. L’armamentario che abbiamo oggi nei nostri ospedali per combattere la malattia nelle persone colpite dal virus è enormemente superiore e più efficace di quella che avevamo un anno fa”.
RICHELDI: “IN ITALIA DATI POSITIVI, RIAPERTURE SCUOLE BEN GESTITE”
Il noto pneumologo ha quindi fatto il punto sulla pandemia di covid in Italia, sottolineando come i dati nel nostro Paese siano davvero positivi, nonostante la riapertura delle scuole di tre settimane fa: “Più vaccinati ci sono e più siamo al sicuro. Alcuni paesi, come il Portogallo, ne hanno più di noi, ma la situazione vaccinale in Italia è buona: l’apertura della scuola è stato un evento ben gestito, che non ha portato a grandi incrementi di contagi, e sono partite le terze dosi per i pazienti più fragili e ultra 80enni”.
E ancora: “Le persone vaccinate hanno la metà di probabilità di sviluppare il Long Covid e, se infette, a parità di carica virale, contagiano meno”. Infine, sulla somministrazione della terza dose, Luca Richeldi ha spiegato: “È una prospettiva abbastanza concreta e probabile che di qui all’anno prossimo riusciremo a coprire tutta la popolazione con la terza dose, perché i dati sono incoraggianti. È, non solo sicura, ma efficace a riduce ancora di più i tassi di ospedalizzazione”.