Luca Richeldi, primario di pneumologia del Policlinico Gemelli di Roma, è intervenuto nella mattinata di oggi, mercoledì 10 novembre 2021, ai microfoni della trasmissione “Omnibus”, in onda su La 7. L’esperto ha analizzato il quadro legato alla risalita dei contagi e ha sottolineato come si possa parlare di una “giusta preoccupazione, soprattutto per cosa succede intorno a noi. I Paesi in cui le misure sono state meno rigide si trovano nelle condizioni in cui eravamo noi a novembre 2020. Senza le misure di contenimento e senza una campagna vaccinale efficiente e completa come quella che abbiamo avuto, noi saremmo a quei livelli, con ristoranti chiusi e coprifuoco”.
Per quanto riguarda la terza dose di vaccino anti-Covid, essa “è necessaria ed è già una realtà in alcune categorie e fasce d’età. Credo che il governo estenderà questa indicazione anche ad altre categorie. I rischi vengono anche dall’esterno, perché sappiamo che il virus circola a livello globale. Per esempio, ora il centro di tutto è l’Europa dell’Est. Al momento, fortunatamente, tolte alcune regioni in cui gli assembramenti e le scarse vaccinazioni hanno creato situazioni di pressione sugli ospedali, la pandemia è sotto controllo”.
LUCA RICHELDI: “STIAMO PROCEDENDO CON UN METODO SCIENTIFICO”
Nel prosieguo della sua intervista dinnanzi alle telecamere di “Omnibus”, Luca Richeldi ha spiegato che prevedere il futuro con un virus e un vaccino nuovi è “molto difficile. Noi stiamo procedendo con un metodo scientifico che propone ipotesi che poi vanno verificate e che possono rivelarsi giuste oppure sbagliate. Le mascherine al chiuso e in luoghi affollati, ad esempio sono fondamentali e irrinunciabili per contenere la situazione pandemica”.
Richeldi, infine, ha aggiunto: “Una persona vaccinata può essere infettata e può trasmettere il virus. Il fatto quindi di non vaccinarsi perché si vaccinano già gli altri è sbagliato. I vaccinati, inoltre, non hanno conseguenze cliniche gravi dall’infezione come chi non è vaccinato. Lo scopo principale dei vaccini è tenere le persone lontane dagli ospedali, dalle terapie intensive e dalla morte, consentendo anche agli altri malati di accedere normalmente ai nosocomi”.