"Lucia Azzolina ha copiato la tesi": Salvini "si vergogni e si dimetta". La neo-Ministra M5s del Miur replica alle accuse "non è un plagio, leader della Lega non studia"
BUFERA CONTRO LA MINISTRA MUR “HA COPIATO LA TESI DI SPECIALIZZAZIONE”
Non bastavano le critiche contro Di Maio e in generale sul M5s in queste ultime settimane di dissidi continui dopo i tantissimi casi di “fughe” o “autodimissioni” dei parlamentari grillini, ora anche sulla neo-Ministra Lucia Azzolina, nominata proprio per sostituire l’ex M5s Fioramonti al Miur, scoppia il caos. Nasce tutto da un’accusa lanciata da diversi organi dei media, in primis Repubblica, che avrebbero scoperto come una delle tesi pubblicate dalla senatrice M5s sarebbero state copiate dai manuali con diverse irregolarità al suo interno. Un “già” visto dato che riporta l’orologio del tempo a diversi anni fa quando la Ministra per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia (Pd) venne accusata della medesima vicenda: «Lunghi passaggi nella tesi di specializzazione» ripresi da testi scritti da terzi e non virgolettati, «senza citare le fonti, facendoli passare per propri», si tratta di questa accusa quella formulata da Massimo Arcangeli su Repubblica, docente di linguistica italiana ed ex preside. L’accusata è proprio Lucia Azzolina, con Manfredi entrata a sostituire il Ministro dimissionario Fioramonti(prendendo lei l’Istruzione e il collega dem la delega all’Università): ad essere “analizzata” è stata la tesi conseguita dalla neoministra presso l’Università di Pisa nel 2009, presso la Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario della Toscana, della lunghezza di 41 pagine.
AZZOLINA COME MADIA: IL “PLAGIO” CHE AGITA IL M5S
Attacca il professore su Rep: «confrontando diversi passi dell’estratto del lavoro disponibile online, corrispondente alle prime tre pagine, con i rispettivi originali, si scopre che più o meno la metà di quel che c’è scritto in quell’estratto è il risultato di un plagio». La Azzolina, secondo Arcangeli, non solo non virgoletta quello che non è scritto di suo pugno, e qui già la gravità se confermata è parecchia, ma «nei luoghi corrispondenti ai passi interessati, per giunta, non cita nessuna delle fonti cui ha attinto a man bassa. Direttamente o, forse, indirettamente (dal momento che nessuno dei testi menzionati qui di seguito compare nella bibliografia finale della tesi)». Nello specifico, la neo titolare del Miur in un primo brano “copierebbe” buona parte del passaggio “ritardo mentale” contenuta nel Dizionario di psicologia di Umberto Galimberti; nel secondo invece riprodurrebbe con pochissime variazioni il passaggio della voce “ritardo mentale” curata da Luigi Ravizza, Gabriele Masi, Mara Marcheschi e Pietro Pfanner per il “Trattato italiano di psichiatria” in tre volumi. Da ultimo, attacca ancora il professore ex preside, «parte un paio di virgole, nel terzo brano ricalca esattamente un altro passaggio della voce “ritardo mentale” del Dizionario psicologico di Galimberti, mentre per il quarto c’ è l’ imbarazzo della scelta». Ora bisognerà attendere la reazione del Movimento 5 Stelle, già di suo travolto dalla crisi Di Maio-parlamentari, per capire se ci saranno conseguenze o una semplice “ammissione” da parte della neo-Ministra della Scuola: fosse tutto confermato, non proprio il perfetto modo di presentarsi alla guida del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca.
