La scuola in Italia non è troppo amata, questa la denuncia di Lucia Azzolina
. L’ex titolare dell’Istruzione ai microfoni di Piazzapulita è tornata sul suo trascorso da ministro in epoca Covid ed ha evidenziato: «Le scuole sono rimaste chiuse da marzo a maggio 2020, poi grazie ad uno sforzo incredibile della comunità scolastica da settembre fino a quando sono rimasta ministra le scuole del primo ciclo non hanno chiuso, 5 milioni di studenti sono andati a scuola salvo eccezioni, a causa di alcune scelte sconsiderate di alcuni governatori, soprattutto di Puglia e Campania».
Lucia Azzolina ha poi rivendicato la battaglia per tenere le scuole aperte: «Altre difficoltà ci sono state per gli studenti più grandi, quelli delle superiori. Se devo essere sincera, io tutte le volte che ho dovuto assumere delle decisioni per la scuola ho sempre pensato ai miei ex alunni. Io ho condotto una battaglia per tenere le scuole aperte in un Paese dove non era facile farlo, perché la scuola non è amata troppo in questo Paese, è sempre stata considerata da mettere un po’ nello sgabuzzino di questo Paese e sono stati fatti tanti tagli».
LUCIA AZZOLINA: “IL GOVERNO CONTE HA MESSO 10 MLD PER LA SCUOLA”
Lucia Azzolina
ha poi messo nel mirino i suoi predecessori, rei di aver tagliato fondi anzichè investire nell’educazione: «Io rivendico il fatto che nel governo Conte II abbiamo messo 10 miliardi sulla scuola in un solo anno. Io sapevo benissimo quali disagi avrebbero avuto i ragazzi senza andare a scuola, per questo da subito, ad agosto 2020, il presidente dell’ordine degli psicologi diceva che finalmente al Miur qualcuno aveva la sensibilità di capire che era fondamentale avere lo psicologo a scuola. Noi abbiamo messo soldi per gli psicologi a scuola, ma già a marzo ci siamo attivati per dare un supporto psicologico». Poi Lucia Azzolina ha elogiato quanto portato avanti dal governo Conte: «Abbiamo fatto più aule, ad agosto abbiamo messo 3 miliardi di euro per creare più aule. Questo ci ha permesso di ricavare 40 mila aule in più e abbiamo dato a soldi agli enti locali per affittare edifici, abbiamo portato gli studenti nei teatri e nelle pinacoteche. E’ stato un lavoro complesso, non dobbiamo dimenticare da dove si partiva: la scuola non aveva avuto investimenti ma c’erano stati dei tagli che andavano rimessi a posto. Il primo ciclo lo abbiamo coperto, sul secondo ciclo c’era ancora qualche problema e qualche scuola ha adottato la didattica mista». Una battuta anche sui tamponi nelle scuole: «Io ad agosto e poi a settembre ho chiesto che si facessero i tamponi nelle scuole, ho scritto alle regioni per farlo. Non è stato fatto perché era faticoso per le Regioni organizzarsi per fare i tamponi – ha attaccato Lucia Azzolina – A dicembre sono riuscita a fare sottoscrivere una intesa all’unanimità in cui si impegnavano a fare i tamponi al rientro a gennaio, ma è stato difficilissimo».