Luciana Lamorgese positiva al Covid: ha violato i protocolli presenziando al Cdm nonostante attendesse il tampone? Deve dimettersi come chiesto da Salvini?
E’ notizia di ieri che Luciana Lamorgese, il ministro dell’Interno, sia risultata positiva al Covid. Ciò che ha fatto discutere dopo aver appreso della sua positività, è però la presenza della titolare del Viminale al Consiglio dei Ministri tenutosi nel pomeriggio di ieri, nonostante fosse in attesa dell’esito di un tampone. La questione è così diventata politica, con il suo predecessore al ministero dell’Interno, il leader della Lega Matteo Salvini, che ha dichiarato: “Una volta guarita, che è la cosa più importante, bisognerà chiarire se sia vero – come scrivono alcune fonti – che abbia disubbidito alle disposizioni del suo stesso governo, andando in Consiglio dei Ministri senza attendere il risultato del test, mettendo così a rischio la salute di altre persone. Il ministro che controlla e multa gli italiani che non rispettano le regole, non può essere la prima a non rispettarle: in questo caso le dimissioni sarebbero dovute“. Ha ragione Salvini?
LUCIANA LAMORGESE POSITIVA IN CDM: HA VIOLATO PROTOCOLLO?
Anche Libero, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, ha lanciato il sondaggio: “Se la Lamorgese fosse andata in CdM prima dell’esito del tampone, dovrebbe dimettersi?“. Polemica politica a parte, però, come spiegato da Fanpage.it dopo aver consultato alcune fonti del Viminale, il tampone a cui il ministro si è sottoposto era in programma da tempo. Lamorgese, infatti, effettua periodicamente tamponi di controllo (ogni 10/15 giorni), così come avviene ad alcune categorie di lavoratori: dai medici agli infermieri, dai politici agli sportivi, ma anche per esempio ai lavoratori del mondo dello spettacolo. Il ministro Lamorgese, dunque, non era a conoscenza di un contatto con un positivo accertato, ma si è semplicemente sottoposta ad un tampone di routine che ha messo in evidenza il contagio avvenuto. Nessun protocollo violato e dunque, sembra di poter dire con una certa sicurezza, nessuna necessità di presentare le dimissioni.