L’ex presidente del Brasile, Luiz Inacio da Silvia, più comunemente noto come Lula, è tornato ufficialmente in libertà. Dopo la scarcerazione datata 2019, nella giornata di ieri il giudice del Tribunale Supremo Federale ha annullato tutte le precedenti condanne, permettendo così allo stesso di candidarsi in vista delle elezioni brasiliane che si terranno l’anno prossimo, nel 2022. E la campagna elettorale sembrerebbe essere già iniziata visto che Lula si è rivolto così al popolo di seguaci, ancora molto numeroso: «Il Brasile non deve più votare un troglodita come Bolsonaro».
Una decisione, quella di annullare tutte le condanne, che ha di fatto spaccato in due il Brasile: da una parte il popolo di sinistra in festa, dall’altra i fedeli di Bolsonaro, che accusano invece l’alta corte del Brasile. Ed in effetti questa recente assoluzione fa un po’ storcere il naso, tenendo conto che Lula era stato condannato prima a 10 anni poi a 17, per il reato di corruzione, ma dietro le sbarre non ha passato nemmeno due anni, per l’esattezza, 580 giorni.
LULA TORNA LIBERO, BOLSONARO: “UN GIUDICE DA SOLO NON DOVREBBE PRENDERE UNA DECISIONE DEL GENERE”
Secondo quanto sottolineano gli analisti, così come riferisce Il Corriere della Sera, la decisione di regalare a Lula l’impunità è legata alla necessità di salvare la cosiddetta operazione “Lava Jato”, gigantesca inchiesta giudiziaria che ha portato appunto alla condanna dell’ex presidente nonché di diversi fra imprenditori e politici, ma che è stata molto criticata per una serie di irregolarità. Fatto sta che ora Lula è un uomo libero, anche se il presidente Bolsonaro starebbe già preparando la sua contromossa attraverso il Procuratore generale Augusto Aras, considerato molto vicino proprio al capo dello stato, e pronto a fare appello alla sentenza del giudice Fachin. «Il giudice Edson Fachin – le parole di Bolsonaro – ha sempre mantenuto stretti legami con il Partito dei lavoratori. Un giudice da solo non avrebbe dovuto prendere una decisione del genere. La Borsa è scesa e il dollaro è salito. Tutti noi soffriremo per una decisione del genere».