Non si ferma l'onda emozionale partita dopo la scomparsa di Pippo Baudo. Oggi è commovente il ricordo che ne fa un grande amico.
Visibilmente scosso dal dolore. La sua voce, spezzata dall’emozione, tradisce la tristezza di un amico che ha appena perso un compagno di vita. Con un tono commosso, commenta la morte di Pippo Baudo, un pilastro della televisione italiana, al quale lo legava una lunga e profonda amicizia. Le sue parole non sono solo un tributo a un collega, ma anche il ricordo di un’epoca che ormai non esiste più.
“Siamo rimasti noi”, afferma al Corriere della Sera, con la consapevolezza che una porta si è chiusa per sempre. “Sono sopraffatto dal grande dolore”, aggiunge, mentre una valanga di ricordi affiora nella sua mente. L’ultimo scambio con Pippo risale a circa venti giorni fa, un incontro breve e diretto. “Mi disse: ‘Ci vediamo presto sì’, e poi ha attaccato”, rivela, che pur sapendo delle difficoltà di salute dell’amico, non si aspettava una fine così improvvisa.
Pippo Baudo: il ricordo del grande amico
Il ricordo, commosso, è del musicista e conduttore televisivo, Renzo Arbore. Il legame tra i due andava ben oltre il lavoro. Erano uniti da una forte affinità personale, condividendo un passato simile: “Eravamo amici perché venivamo dalla stessa estrazione”, racconta Arbore. Entrambi avvocati non realizzati, entrambi originari di piccole città, con il desiderio di sfuggire alla provincia: “Volevamo liberarci di quella mentalità”, ricorda Arbore.
La loro amicizia non era solo professionale, ma anche privata, e Arbore racconta anche un episodio divertente durante una visita a Padre Pio. “Il santo chiese a Pippo: ‘Lei è venuto per fede o curiosità?’ e Pippo rispose: ‘Per curiosità’. Padre Pio, con una battuta, gli disse: ‘Allora vattenn’'”. Ma dietro a tutto ciò c’era una sintonia che si rifletteva sul lavoro: “Ci bastava uno sguardo per capirci. Facevamo parte della stessa Rai”, una Rai che oggi non esiste più.
Nel ricordo di Arbore, Pippo Baudo è il simbolo di un’altra era della televisione. “Pippo rappresentava la Rai, quella Rai che abbiamo vissuto noi”, dice con un filo di nostalgia. Il suo nome è legato a programmi iconici come Sanremo, Fantastico e Domenica In, che hanno segnato la storia della TV italiana. “Non ricordo mai di aver parlato di share con lui”, sottolinea Arbore. “L’obiettivo era fare un programma che piacesse veramente al pubblico, ma anche alla critica.”
Per Renzo Arbore, la morte di Pippo Baudo non è solo la perdita di un “amico caro” e di un “collega eccezionale”. È anche la fine di una televisione che non c’è più. “Pippo rappresentava una TV che oggi non esiste più”, conclude Arbore, con una nota di tristezza. La scomparsa di Baudo segna simbolicamente la fine di un’epoca televisiva fatta di passione, impegno e condivisione, un’era che ha scritto la storia del piccolo schermo italiano e che ora si chiude per sempre.