Il dramma di Adriana Smith morta cerebralmente, con la figlia "Chance" nata in Georgia (dove l'aborto è vietato dopo 6 settimane): le proteste e un fatto
NASCE LA FIGLIA DI ADRIANA SMITH: SINISTRA E MEDIA GRIDANO ALLO SCANDALO, MA È NATA UNA VITA…
Dopo editoriali, speciali tv e scontri politici, alla fine la piccola Chance è nata in Georgia, mentre la mamma Adriana Smith è purtroppo morta cerebralmente: il dato è che la donna era stata dichiarata viva solo perché attaccata alle macchine già da 4 mesi, solo che in quello stato USA è in vigore una legge sull’aborto che lo vieta dopo le 6 settimane, salvo forte pericolo di vita della madre. E dunque per l’infermiera Adriana Smith, che era giunta fino alla nona settimana di gravidanza quando le è venuta un gravissima trombosi cerebrale, non è stato possibile salvarla: il punto però è che per la figlia in pancia a rigor di legge non poteva effettuarsi l’interruzione di gravidanza.
La famiglia della donna avrebbe voluto staccare la spina tempo fa, ma i medici dell’ospedale Emory Hospital di Atlanta hanno rispettato la legge non arrivando a staccare la spina finché non è stato effettuato lo scorso venerdì un cesareo d’urgenza con parto prematuro che per il momento vede la piccola “Chance” (nome-omen per eccellenza, ndr) viva e seguita da staff sanitario per darle una vita il più possibile normale.
La legge della Georgia impedisce infatti alla famiglia di prendere decisioni in questi casi, pur sapendo che la neonata sarebbe poi nata con possibili gravi disabilità. Da sinistra Dem con molti media e opinion leader in America si grida allo scandalo, con legittimi argomenti e potenziali temi “a favore”: in tutto questo però si si dimentica, forse, che è nata comunque una vita, seppur molto complicata.
LA NUOVA “CHANCE” DI VITA E LA LEGGE IN GEORGIA
Del resto tra media e ideologie politiche, la notizia giunta ieri dal Regno Unito con la depenalizzazione per le donne dell’aborto fino alla nascita è stato salutato con “svolta liberale” e “finalmente è stata fatta giustizia». Il punto, una volta di più, non riguarda uno scontro all’ultimo sangue tra pro-life e pro-choice dato che in entrambi i lati si rischia di perdere di vita che si parla sempre di persone, tanto le madri che decidono di abortire quanto i feti e i bimbi che non riescono a trovare la vita per una scelta di cui non hanno colpe.
La storia di “Chance” racconta sicuramente di un cortocircuito politico ed etico, dove una norma (il divieto di aborto oltre le 6 settimane in Georgia, a meno di pericolo di morte per la madre, che però era viva fisicamente a morta cerebralmente) portata al limite genera casi come quelli di Adriana Smith e della figlia che non potrà mai vedere né conoscere: ma è anche la storia di una opportunità – per l’appunto, di una “Chance” – di una vita quando secondo molti, in forza di un’idea legittima come l’autodeterminazione della donna – si sarebbe giunti “matematicamente” a due morti.
La pretesa di avere ragione non è mai un valore, specie se la pretesa si mostra ideologica: mettere però quantomeno in dubbio una convinzione, pensando ad un caso (comunque limite) come quello di Adriana e Chance, forse potrebbe essere quantomeno consigliabile. La triste vicenda della mamma ha dato in qualche modo un’occasione di vita alla figlia: è un dramma, ma non sarebbe stato doppio con l’aborto post-morte cerebrale?