“La mafia internazionale della droga è il nuovo terrorismo, rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale tanto grande quanto quella dell’Isis”. Ad affermarlo, nel corso di una intervista al The Times, è stato Vincent Van Quickenborne, ministro della Giustizia del Belgio. “È una lotta molto dura, ma è una priorità per il nostro Paese. Sei anni fa abbiamo affrontato gli attacchi terroristici a Bruxelles ed ora abbiamo di fronte di nuovo un pericolo della stessa intensità”.
L’esponente del Governo belga è stato in prima persona vittima della criminalità organizzata. La Polizia, infatti, ha sventato un tentativo di rapimento nei confronti della sua famiglia. Alla fine di settembre quattro uomini sono stati arrestati in un’auto fuori dalla sua casa. Erano armati con un kalashnikov e bombe incendiarie. Una banda aveva intenzione di utilizzarlo come merce di scambio per il rilascio di un prigioniero. È per questo motivo che adesso l’uomo, la moglie e la figlia si trovano in custodia protettiva.
“Mafia della droga è nuovo terrorismo”, l’appello di Vincent Van Quickenborne
Vincent Van Quickenborne, che sta personalmente lottando contro la mafia internazionale della droga, ritiene che il tentativo di rapimento rappresenti una testimonianza importante del fatto che la criminalità organizzata si sente in difficoltà. “È un segno che li stiamo davvero colpendo duramente. Stanno cercando di intimidirci ma ovviamente non funziona. Non ci piegheremo ora né cederemo”, ha affermato. Il ministro, tra l’altro, non è l’unica vittima delle bande. “Usano dei metodi sovversivi. Dieci anni fa si attaccavano a vicenda e ora stanno attaccando lo Stato. Attaccano giornalisti, giudici, magistrati e attaccano anche i politici. È una vera minaccia”.
I timori del Governo, in tal senso, è che ci siano anche delle persone corrotte all’interno del sistema. “Abbiamo un’ottima visione della rete internazionale e delle persone che ci sono dietro. Vediamo prove di corruzione a palate a tutti i livelli. Vogliamo essere sicuri che la corruzione non cresca e che i narco-criminali non abbiano mai influenza nei processi decisionali del nostro Paese”, ha concluso.