Svolta nelle indagini sulla morte di Manuela Murgia: sugli indumenti della 16enne è stato isolato un DNA maschile che potrebbe smentire il suicidio
Continuano a emergere importanti novità sulle indagini – certamente tardive – sulla morte di Manuela Murgia che dal 1995 risulta essere tra i più complessi casi di cronaca con una (mezza) risposta che non ha mai veramente convinto i familiari della 16enne, al punto da battersi strenuamente fino a che il caso non è stato riaperto e ha iniziato a dare risultanze mai emerse in precedenza: l’ultima sembra parlarci – ci arriveremo – del ritrovamento di un DNA maschile sugli indumenti di Manuela Murgia, utile per confutare una volta per tutte l’idea che si sia suicidata.
Partendo da ciò che sappiamo di certo sul caso di Manuela Murgia, dobbiamo tornare al 5 febbraio del 1995: proprio quel giorno, infatti, il corpo della 16enne fu trovato senza vita ai piedi del canyon di Tuvixeddu alle porte di Cagliari dopo che – il giorno prima – la ragazza si era allontanata dalla sua abitazione ed era stata vista salire su un’auto mai identificata; tutto dopo un periodo in cui i familiari videro la 16enne vittima di repentini e inspiegabili cambi di umore.
Svolta nel caso Manuela Murgia: trovato un DNA maschile che potrebbe riscrivere l’esito delle indagini
Il decesso di Manuela Murgia fu immediatamente classificato come un suicidio, ma è stata – appunto – la famiglia a opporsi sempre strenuamente a questa ipotesi e a chiedere che venissero condotte nuove indagini più approfondite: in un secondo filone di indagine aperto nel 2012 si giunse alla medesima conclusione del prime e per la vera svolta si dovette attendere fino a quest’anno, quando sono stati trovati – e rianalizzati – gli indumenti che la 16enne indossava quando morì.
Dalla nuova analisi emerse la presenza di tracce ematiche e genetiche e attorno a maggio fu iscritto nel registro degli indagati l’allora fidanzatino di Manuela Murgia – Altieri, oggi 54enne -; mentre l’ultimissima novità sembra confermare che tra quelle tracce sarebbe stato estratto un singolo DNA maschile sugli slip e sul reggiseno della 16enne: i prossimi passi potrebbero essere quelli decisivi perché si procederà all’amplificazione del materiale genetico e – in un secondo momento – alla comparazione con il database degli inquirenti e con l’unico indagato.