La procura generale della Corte dei conti ha chiuso ufficialmente l’istruttoria su Marcello Degni, il giudice contabile che è finito nell’occhio del ciclone a causa di un post pubblicato su Twitter giudicato politicamente allineato. Il giudice, infatti, aveva accusato l’opposizione, e specialmente Schlein, di non aver sfruttato l’occasione per fare “ostruzionismo” sul Bilancio, auspicando l’esercizio provvisorio.
Contro Marcello Degni è stata immediatamente aperta una istruttoria da parte del Consiglio della presidenza della Corte dei conti, che rappresenta il più alto organo della giustizia contabile, al pari del Consiglio superiore della magistratura in campo penale. L’istruttoria è stata ufficialmente chiusa, ma i giudizi del Consiglio di presidenza sono coperte da “segreto rafforzato“, specialmente per quanto riguarda l’attività della Commissione disciplinare. Marcello Degni ora, su iniziativa del procuratore generale Pio Silvestri, potrebbe andare incontro o all’archiviazione, o alle sanzioni. Nel secondo caso di potrebbe andare da un semplice ammonimento, fino alla destituzione dal ruolo, ma anche attraverso la censura (un ammonimento formale) oppure la sospensione dal ruolo per un tempo variabile.
Marcello Degni: “Mi pento del post, non lo rifarei”
Insomma, non è ancora chiaro quale sarà la scelta del procuratore generale in merito all’istruttoria su Marcello Degni, e gli esiti dell’eventuale azione disciplinare saranno comunicati solamente a decisioni prese. Dal conto suo, il magistrato contabile avrà ora la possibilità, nel caso si proceda per la via sanzionatoria, di difendersi davanti al Consiglio della presidenza, sia personalmente, che con una nota scritta.
Inoltre, Marcello Degni è anche protagonista di un secondo procedimento disciplinare, avviato dall’Associazione nazionale dei magistrati, la sigla sindacale della Corte dei conti, sempre in merito al post su Twitter. In questo caso, l’accusa è quella di aver violato il codice deontologico che presuppone “equilibrio e misura nel rilasciare dichiarazioni e interviste ai giornali e agli altri mezzi di comunicazione di massa”. Di certo c’è che in tutto questo Marcello Degni prosegue nel voler pubblicare il suo nuovo libro, che argomenta proprio la tesi espressa nel post finito sotto inchiesta. Fino a poche settimane fa il giudice anti-Governo continuava a dirsi convinto di ciò che aveva scritto, mentre recentemente alla trasmissione Omnibus di La7 si è detto pentito, sottolineando che “non lo rifarei, e ho deciso che non ne scriverò mai più”.