Maria Luisa Bernardo è una delle vittime del mostro di Udine, il serial killer autore di almeno 14 delitti tra il 1971 e il 1989. E si può dire che sia proprio “grazie” alla sua morte, se a distanza di 30 anni dall’ultima uccisione attribuita all’assassino friulano, quello di Marina Lepore, c’è ancora qualche speranza di riuscire a capire chi si sia macchiato di una tale scia di sangue. Come riportato da Il Corriere della Sera, infatti, è stata proprio l’avvocata Federica Tosel, che difende i parenti di Maria Luisa Bernardo e Maria Carla Bellone, a presentare alla procura della Repubblica una nuova richiesta di riapertura delle indagini sulla base dei reperti trovati: nel fascicolo di Maria Luisa Bernardo un preservativo e alcuni capelli, in quello di Maria Carla Bellone un mozzicone di sigaretta o spinello.
MARIA LUISA BERNANDO, UCCISA DAL MOSTRO DI UDINE
L’avvocata Tosel è speranzosa di poter dare un nome e un volto al mostro di Udine:”Ci è voluta una vita ma nell’archivio, tra scaffali pieni di polvere e fascicoli ammuffiti, siamo riusciti a ritrovare due faldoni che ci interessavano”. Il legale dei parenti di Maria Luisa Bernardo e Maria Carla Bellone ha aggiunto:”Con le tecniche scientifiche che abbiamo a disposizione oggi, la speranza è che si possano rintracciare delle tracce di Dna che sia identificabile”. Ma chi era Maria Luisa Bernardo? Parliamo di una ragazza che non aveva ancora compiuto 26 anni quando venne uccisa. Il suo delitto, come tutti quelli firmati dal mostro di Udine, fu efferato e dai contorni tragici. Il suo corpo, martoriato da ferite da punta e da taglio, venne rinvenuto il 22 settembre 1976 nella zona di Moruzzo (Udine). La giovane era stata forse aggredita il giorno prima all’interno della sua auto.