Martina De Ioannon e Ciro Solimeno, sempre più felici dopo Uomini e Donne, raccontano la convivenza.
Nell’ultima stagione di Uomini e Donne, una delle coppie che ha appassionato maggiormente il pubblico è sicuramente quella composta da Martina De Ioannon e Ciro Solimeno che, dopo aver lasciato insieme lo studio del dating show di canale 5, non si sono più lasciati. Dopo aver provato a vivere la relazione a distanza vedendosi il più possibile, Martina e Ciro hanno deciso di iniziare a convivere. Ciro, così, ha lasciato la sua Napoli trasferendosi a Roma dove ha sempre vissuto Martina e dove l’ex tronista lavora nel ristorante di famiglia. Una scelta che, oggi, entrambi farebbero nuovamente come hanno spiegato in un’intervista di coppia a Uomini e Donne Magazine.
“SÌ, e prima di fare questo passo pensavo che la convivenza potesse avere lati positivi ma anche negativi. Alcuni amici mi avevano detto che cambia tutto, e questo mi spaventava. Effettivamente è vero che è cambiato tutto, ma in in meglio e mai e poi mai tornerei indietro: è tutto bellissimo”, le parole di Martina che, con la convivenza, ha scoperto che Ciro è un po’ permaloso, ma super attento a quella che è la sua vita e le sue esigenze.
Martina De Ioannon e Ciro Solimeno: il sogno di una famiglia insieme
“Dopo l’euforia iniziale, ho iniziato a capire l’importanza di questo passo e quanto ci stia facendo maturare. Noi siamo felici insieme ma ovviamente capita di litigare, e il fatto che dopo una “giornata no” dormiamo nello stesso letto ci pone nella condizione di confrontarci sempre e risolvere subito”, sono invece le parole di Ciro sulla convivenza.
Oggi, sono felicissimi e super innamorati e, per il futuro, non nascondono di voler avere una famiglia insieme. “Vogliamo goderci il momento, ma stiamo pensando anche a prendere una casa più grande perché l’idea è quella di costruirci in un futuro una famiglia”, ha detto Martina mentre Ciro ha aggiunto – “Passo dopo passo, senza correre, vogliamo costruire un futuro e il primo step è una casa che ce lo permetta”.