Dichiarazione congiunta dei leader UE per sostenere la pace di Trump senza "mollare" l'Ucraina: dalla Russia “è un volantino nazista che ostacola la tregua”

LA POSIZIONE DELL’EUROPA VERSO L’INCONTRO TRUMP-PUTIN: “BENE LA PACE, MA SERVE L’ACCORDO CON KIEV”

Una fine guerra immediata ma giusta, senza perdere territori (come invece chiede Putin) e con la pronta replica da Mosca che definisce un “volantino nazista” la dichiarazione congiunta dei leader UE: ultime ore “incendiare” sull’asse Occidente-Oriente dopo l’ufficialità dell’incontro in Alaska per Ferragosto tra Donald Trump e Vladimir Putin, con i vari leader europei in sede NATO che concordano con gli Stati Uniti l’urgenza di arrivare ad un vero cessate il fuoco. Al contempo però, come sostengono nella controproposta sulla pace in Ucraina, sono diverse le distanze che separano i vari Macron, Meloni, Merz e Starmer dalle “richieste” di Putin.



In primo luogo, secondo una lunga nota congiunta e pubblicata nelle scorse ore, i leader di Italia, Francia, UK, Germania, Polonia, Finlandia – assieme alla Presidente della Commissione UE Von der Leyen – è l’Ucraina che deve avere «piena libertà sul proprio destino». Successivamente, i negoziati di pace che potrebbero prendere spunto dopo il vertice Putin-Trump saranno tali ed effettivi solo nel contesto di un cessate il fuoco, o comunque riducendo il conflitto attuale: il percorso verso la pace infatti, si legge, «non può essere deciso senza l’Ucraina».



Vertice USA-Russia, i presidenti Trump e Putin (ANSA-EPA 2025, foto combo)

La Casa Bianca nei giorni scorsi aveva fatto sapere di voler coinvolgere la Presidenza ucraina nel vertice con Vladimir Putin, ma ad oggi è difficile immaginare un incontro trilaterale con allo stesso tavolo il Presidente russo e l’omologo ucraino, pur se in “campo neutro” come nel territorio dell’Alaska. Al contempo, gli stessi leader europei che hanno siglato la dichiarazione comune – oltre a Meloni, segnaliamo Macron, Merz, Tusk, Stubb e Von der Leyen – ringraziano l’iniziativa del Presidente Trump per il forte sforzo che sta mettendo in atto per una pace definitiva tra Ucraina e Russia.



Gli stessi leader UE sono disposti a proseguire nell’attività diplomatica di sostegno a Kiev e pressione su Mosca, attendendo un esito positivo dal colloquio in programma il prossimo 15 agosto 2025 tra i due leader americano e russo: non viene dunque chiesta la presenza diretta di una delegazione europea (novità rispetto al recente passato, ndr) ma si ritiene comunque necessaria la presenza quanto meno del Presidente Zelensky per evitare accordi territoriali svantaggiosi per Kiev.

ZELENSKY RINGRAZIA GLI ALLEATI UE, RUSSIA LI BOLLA COME NAZISTI: ORA COSA SUCCEDE

Dopo il vertice avvenuto a Londra tra il vicepresidente americano Vance, il Premier Starmer e gli alti funzionari di UE e Ucraina nella serata di ieri, la nota congiunta dei Capi di Stato delle potenze europee in appoggio a Kiev fanno sapere che i confini internazionali «non devono essere modificati con la forza». Tradotto, la richiesta di Putin di occupare l’intero Donetsk in cambio di un cessate il fuoco definitivo al momento sembra essere scartata tanto da Zelensky quanto dai partner UE.

«Apprezzo e sostengo pienamente la dichiarazione dei leader Macron, Meloni, Merz, Starmer, Tusk, Stubb e Von der Leyen sul prossimo vertice tra Putin e Trump», fa sapere l’ufficio del Presidente Zelensky poche ore dopo la comune dichiarazione europea. Non solo, lo stesso leader da Kiev ribadisce come la fine della guerra in corso ormai da 3 anni e mezzo, «deve essere giusta» e senza dunque la cessione “gratuita” dei territori legittimamente ucraini al nemico invasore.

Alla proposta dei leader UE, dopo il confronto comunque positivo con la controparte americana, risponde in maniera invece durissima il Governo russo con le parole al vetriolo della portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova: su Telegram la “diplomatica” da Mosca definisce la dichiarazione dei vari presidenti europei una sorta di «volantino nazista». Secondo il Cremlino, in quella dichiarazione non vi è l’unica cosa sensata da fare per la Russia, ovvero l’interrompere la fornitura di armi «ai terroristi di Kiev», ma si afferma anche che per raggiungere la pace «si deve fare pressione a Mosca e sostegno all’Ucraina».

Secondo Zakharova tutto ciò è inaccettabile per Mosca e con una posizione del genere non può esserci alcun passo avanti nel negoziato verso un cessate il fuoco. Sulla stessa scia anche il “falco” Dmitri Medvedev, ex Presidente russo e oggi n.2 del Consiglio di Sicurezza: addirittura i leader UE vengono definiti gli “euroimbecilli” in quanto starebbero tentando di «ostacolare i tentativi americani di aiutare a risolvere il conflitto ucraino».