Merkel divide l'Europa con la ricostruzione dell'origine della guerra in Ucraina: “Paesi Baltici e Polonia si opposero a nuovi rapporti tra UE e Russia”

L’EX CANCELLIERA IRROMPE SUL CAOS IN UCRAINA CON UN “SILURO” INTERNO ALLA UE: COSA HA DETTO LA MERKEL IN UNGHERIA

Angela Merkel, ex cancelliera in Germania per quasi un ventennio, irrompe sulla scena europea con una vibrante e incendiaria intervista al quotidiano ungherese a margine della visita ufficiale dal Premier Viktor Orban (anch’egli particolarmente inviso ai vertici dell’Unione Europea). Mentre infatti rispondeva alle varie domande sugli scenari attuali della complessa e sempre più pericolosa guerra in Ucraina – con la Russia che minaccia la NATO di un’escalation generata ad est dell’Europa – l’ex leader CDU fa tornare le lancette dell’orologio UE indietro di 4 anni e attacca alcuni degli attuali alleati della Germania in UE.



Nel giugno 2021, spiega Merkel al quotidiano “Partizan”, Putin avrebbe manifestato fastidi e insofferenze per gli Accordi di Minsk del 2014 (siglati dopo la crisi in Crimea e l’Euromaidan) tanto di temere in sede tedesca che potesse giungere uno scontro su larga scala con l’Occidente: visto che già Mosca preparava truppe al confine come sorta di “alert”, la Cancelliera rifletteva sulla necessità di un nuovo patto, un nuovo “formato” in cui l’Unione Europea potesse parlare direttamente con Putin.



Altri tempi. Intorno alla valvola che inaugura il gasdotto Nord Stream 2, l’8 novembre 2011, si riconoscono François Fillon, Angela Merkel, Mark Rutte e Dmitri Medvedev (Ansa)

Il problema, rileva Merkel, è che non tutti in UE erano d’accordo con tale iniziativa: in particolare, e qui nasce il mezzo incidente diplomatico di queste ore, sarebbero stati Polonia e Paesi Baltici (Estonia, Lituania e Lettonia) ad opporsi. Per la politica tedesca, il rifiuto di Varsavia e dei Baltici era per il rischio di trovarsi una “nuova” Europa «con una politica comune verso la Russia».

Questo però ha bloccato tutto sul nascere, con il passare di pochi mesi che ha portato all’invasione delle truppe russe in Ucraina: a quel punto la fine dell’era Merkel in Germania, secondo Angela, ha prodotto quello che si è visto, una guerra ancora in corso oggi quasi 3 anni e mezzo dopo l’esplosione del conflitto.



I FATTI DEL 2021 E LA DURA RISPOSTA DELLA POLONIA: “IL POLITICO PIÙ DANNOSO DELL’EUROPA”

Se è vero che gli Accordi di Minsk erano sempre più a rischio in quei mesi tormentati nei rapporti tra Bruxelles e Mosca, è anche vero che la Russia sistematicamente negli anni ha violato i patti siglati in Bielorussia, ammassando truppe al confine con l’Europa e non portando evoluzioni positive nei confronti dei partner UE nonostante il buon filo diretto che esisteva tra Berlino e il Cremlino durante l’epoca merkeliana.

Al netto di questo però, una dichiarazione come quella fatta in Ungheria rischia di porre ulteriori fratture interne ad un’Unione Europea già dilaniata da una guerra sempre più complicata da “chiudere” con la Russia e a sostegno dell’Ucraina: le parole di Merkel di fatto contro le responsabilità di Polonia e Paesi Baltici non rimangono “isolate” e vedono un’immediata replica diplomatica, tanto da Varsavia quanto dai Paesi attraversati in queste settimane da svariati droni di possibile fabbricazione russa, a riconferma dello stato di massima allerta mondiale sul fronte ucraino.

L’ex cancelliera Angela Merkel con l’ex Presidente della Polonia Mateusz Morawiecki (ANSA-EPA 2021)

Secondo l’ex Presidente della Polonia Mateusz Morawiecki, già nel 2021 con diverse posizioni contrapposte alle iniziative di Angela Merkel, sottolinea che l’intervista odierna dimostra come l’ex Cancelliera sia «uno dei politici più dannosi dell’Europa» del recente passato. Il Premier lettone Kariņš sui social contraddice la “riscrittura” della storia fatta dalla Merkel sulle origini della guerra in Ucraina: «non si può trattare con Putin “in buona fede”, glielo dicevo già all’epoca ma lei credeva che i Paesi baltici si sbagliassero». Attaccata in Germania dalle opposizioni, Merkel viene contestata e ritenuta troppo schiacciata nelle posizioni su Putin e Orban, pur se in maniera diversa dai rapporti quelli si di dipendenza “economica” dell’ex cancelliere socialista Gerhard Schröder.