Ennesimo capitolo choc nella vicenda di Saman Abbas, la diciottenne originaria del Pakistan scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) nella notte fra il 30 aprile e il 1° maggio 2021. Il padre Shabbar, accusato dalla Procura di Reggio Emilia di omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere in concorso con altri quattro familiari, avrebbe detto al giudice di Islamabad durante l’udienza che “mia figlia è viva”. Un’affermazione clamorosa, che giunge proprio mentre a soli 700 metri dalla casa italiana degli Abbas si sta scavando per riesumare i resti umani rinvenuti venerdì 18 novembre 2022 e che la Corte d’Assise di Reggio Emilia ritiene “altamente probabile” appartengano alla ragazza.
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Peraltro, lo stesso Shabbar, in un’intercettazione telefonica risalente ai mesi scorsi, affermava di avere ucciso sua figlia Saman Abbas e di avere lasciato in Italia da solo il suo figlio minore, dopo avere abbandonato il nostro Paese. Ora, la retromarcia: postremo tentativo di difesa (che sarebbe in buona sostanza inutile, qualora il corpo ritrovato dovesse appartenere proprio a Saman, ndr) o realmente l’uomo non ha commesso alcun omicidio? La presunzione di innocenza è sempre doverosa, ma è chiaro che le prove raccolte in tutto questo tempo remino contro di lui. Shabbar Abbas si è presentato in aula con il suo avvocato, a cui sono stati concessi 7 giorni per visionare la documentazione arrivata dall’Italia, che ha richiesto l’estradizione del suo assistito.
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“Ci aspettiamo che anche le istituzioni pubbliche diano un segnale forte, dichiarando funerali di Stato per Saman Abbas, uccisa a 18 anni soltanto perché voleva difendere i diritti delle seconde generazioni in Italia”. Si è espresso in questi termini, su Facebook, il giornalista pachistano Ahmad Ejaz, aggiungendo che “il suo coraggio non deve essere dimenticato, la sua morte non deve essere vana. Saman non ha nessuno in Italia per i suoi funerali, perciò dobbiamo essere noi i suoi parenti, i suoi amici e i suoi cari”.
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Proprio nelle scorse ore il giornalista, congiuntamente alla comunità pachistana e alla società civile italiana, ha lanciato una petizione pubblicata su Change.org, tesa a chiedere che sia conferita la cittadinanza italiana a Saman Abbas, anche se postuma: “Oltre 1300 persone hanno già firmato. Vi chiediamo di continuare a sottoscrivere la petizione”.