Michela Murgia e Hamas/ L’ambasciatore israeliano “A Gaza sarebbe discriminata”

- Andrea Murgia

Michela Murgia e la frase su Hamas, l'ambasciatore israeliano a Roma è sorpreso: "a Gaza sarebbe discriminata, alcuni intellettuali fanno dell'ignoranza la loro ideologia"

michela murgia Michela Murgia nel 2019, ospite del Liceo Virgilio di Roma occupato (LaPresse)

“È sorprendente che Michela Murgia stia dalla parte di Hamas. Se fosse stata nella striscia di Gaza sarebbe stata discriminata sia in quanto donna sia in quanto cristiana, perché Hamas ha perseguitato tutti i cristiani di Gaza”. L’ambasciatore israeliano a Roma dal settembre 2019, il 54enne Dror Eydar, parla della recente dichiarazione della scrittrice sarda (“La penso come Hamas”) che ha suscitato polemiche. Lo fa in un’intervista al quotidiano ‘Libero’ e aggiunge: “Ci sono intellettuali, o persone che vorrebbero esserlo, che fanno della loro ignoranza un’ideologia. Basterebbe che leggessero lo statuto di Hamas, scritto nel 1988. In quella carta ci sono due principi. Il primo è un impegno totale per la completa distruzione dello Stato ebraico e il secondo la promessa di uccidere ogni ebreo, ovunque si trovi. Negli ultimi cento anni conosco un solo documento in cui appaiano simili idee: il Mein Kampf”.

L’ambasciatore precisa che “Hamas non è i palestinesi. È un’entità distinta che nemmeno riconosce l’Autorità palestinese. Certo, a Gaza ci sono poveri, ma quegli intellettuali ingenui non sanno che, anche mentre Hamas lanciava migliaia di razzi contro di noi, contro i nostri bambini, Israele non ha mai smesso di fornire a Gaza elettricità, acqua, benzina e cibo”.

Michela Murgia e Hamas, per l’ambasciatore israeliano ci sono persone che dicono bugie

Non è la prima volta che Michela Murgia fa discutere. A proposito della frase su Hamas, secondo l’ambasciatore israeliano “ci sono persone che ripetono in continuazione bugie. Da noi i cittadini arabi hanno gli stessi diritti di tutti gli altri. Anzi, ne hanno più degli ebrei, visto che non debbono fare il servizio militare. In Occidente molti contestano il diritto di Israele a difendersi dai suoi nemici, quindi il diritto degli ebrei ad esistere e ad avere una nazione come gli altri popoli. E difendendoci non difendiamo solo noi stessi: Israele è l’avamposto contro il terrorismo e l’estremismo che minacciano il mondo libero”.

A proposito dell’Italia, Dror Eydar nota “una discrepanza trai rapporti molto stretti e l’attitudine dell’Italia verso Israele nell’arena internazionale, a cominciare dall’Onu. Ogni anno sono adottate oltre venti risoluzioni contro Israele, non c’è altra nazione che riceva un simile trattamento. Tutti sanno che le decisioni dell’Onu contro Israele sono un teatro dell’assurdo, eppure tutti, Italia inclusa, partecipano alla scena”. Su Donald Trump che ha spostato l’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme, Eydar dice che “ha fatto un grande gesto. È entrato nella Storia come il nuovo Assuero, il re persiano che dopo l’esilio babilonese permise agli ebrei di tornare a Gerusalemme. Riconoscerla come capitale politica eterna del popolo ebraico è la ricompensa per tutti i disastriche abbiamo sofferto”.





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