La Commissione UE sta indagando su alcuni voli sospetti tra Bengasi e Ankara: la Bielorussia nuovamente al centro della crisi europea dei migranti?
Sembra che l’Europa potrebbe presto trovarsi al centro di una nuova, decisamente ampia, crisi che vede al centro i migranti irregolari, alimentata – verrebbe da dire, ancora una volta – dalla Bielorussia di Lukashenko che oltre a nutrire chiari rapporti con la Russia di Putin, sembra avvicinarsi sempre di più alla Libia controllata dal generale Khalifa Haftar: una crisi nella quale si inserisce (come si direbbe i gergo calcistico) a gamba tesa anche la Turchia che da tempo è al centro di uno scontro politico con la Turchia.
Per capire meglio cosa stia succedendo nel Mediterraneo è opportuno fare un passetto indietro per dire che da anni Grecia e Turchia si trovano al centro di uno scontro territoriale che vede Ankara rivendicare ampie aree marittime controllate – di fatto – da Atene, tra le quali rientrerebbe anche l’isola di Creta: proprio questa nell’ultimo periodo è stata soggetta (assieme peraltro all’Italia) a ingenti flussi di migranti in arrivo dalla Libia, a sua volta divisa tra Tripoli – con il governo istituzionalmente riconosciuto dall’ONU – e Bengasi, dove governa il generale Haftar vicino alla Russia e alla Turchia.
Proprio con Haftar – al centro della crisi dei migranti che in sei mesi ha portato a Creta più di 7mila richiedenti asilo partiti dalle coste libiche di Bengasi – pochi giorni fa Erdogan ha siglato un accordo sui confini marittimi che permetterebbe ad Ankara di accedere alla ZES marittima di Creta per condurre “studi geologici e geofisici”: operazione duramente contestata da Atene che è immediatamente corsa al Cairo per siglare un accordo per intensificare il predominio nell’area mediterranea contesa.
La Commissione UE indaga sui voli sospetti tra Bengasi e Minsk: sono parte della guerra ibrida dei migranti?
La ragione per cui l’accordo tra Bengasi e Ankara è importante perché sembra essere solamente l’ennesimo tassello dell’ampia operazione di destabilizzazione del Mediterraneo, della Grecia e dell’intera Europa operata – ormai da anni – da attori come la Turchia e la Russia ed è qui che si inseriscono – da un lato – i voli sospetti tra Bengasi e Minsk con i quali abbiamo aperto questo articolo e – dall’altro lato – la guerra ibrida che vede i migranti come arma preferita dalla Russia e dalla Bielorussia.
La guerra ibrida è un tema ampiamente discusso già a partire dal 2021, quando Minsk e Mosca furono accusate di inviare abbondanti quantità di migranti sul suolo Europeo attraverso i confini polacchi, lituani e lettoni; mentre se ne torna a parlare oggi è soprattutto perché dall’inizio dell’anno gli arrivi in Italia e Grecia dalla Libia sono aumentati di oltre il 400%, con oltre 27mila irregolari che hanno raggiunto le coste del nostro paese tra gennaio e giugno.
Proprio a fronte di questi numeri, la Commissione Europea – rivela il sito Euractiv che avrebbe avuto modo di parlare con un funzionario europeo anonimo di questi argomenti – starebbe conducendo delle indagini sui numerosi e “sospetti” voli che si sono registrati tra Bengasi e Minsk: l’idea – da confermare – è che la Bielorussia stia (per così dire) “importando” ed “esportando” migranti, utili per aumentare le pressioni mediterranee ai sensi di quella guerra ibrida sempre negata dagli attori russi e filo-russi.