16enne iraniano arrestato a Milano per terrorismo e propaganda pro Isis sui social: si definiva "incubo dei grattacieli" e incitava al martirio

Si faceva chiamare “incubo dei grattacieli” il 16enne arrestato a Milano per terrorismo: aveva giurato fedeltà all’Isis, lo inneggiava e faceva propaganda sui social, elogiando gli attentati e glorificando il martirio perché ritenuto una scelta di eroismo.

L’aspirante jihadista, un giovane iraniano residente in provincia di Milano, sognava che l’Italia diventasse una provincia dell’Isis e addestrava ad azioni terroristiche sul web tramite i suoi vari account. La polizia lo ha tratto in arresto nei giorni scorsi, eseguendo un’ordinanza del gip del tribunale per i minorenni di Milano.



Agenti di Polizia e auto della Polizia Scientifica a Milano (Foto 2025 ANSA/ANDREA FASANI)

Le accuse a suo carico sono gravi: si va dall’apologia di terrorismo alla diffusione di propaganda, fino all’addestramento con finalità terroristiche, con l’aggravante dell’uso dei social network e della rete.



16ENNE ARRESTATO PER TERRORISMO: LE INDAGINI

Le indagini hanno rivelato che il giovane pubblicava con costanza materiali a sostegno dell’Isis, glorificava gli attacchi jihadisti e aveva persino espresso il desiderio di entrare in contatto diretto con un esponente dello Stato Islamico, offrendo la propria disponibilità a girare un video di giuramento di fedeltà all’organizzazione.

Inizialmente appartenente alla fede musulmana sciita, il ragazzo aveva successivamente rinnegato tale credo per aderire alla causa dello Stato Islamico, di matrice sunnita e storicamente ostile allo sciismo.



A causa della guerra nel suo Paese, il 16enne esprimeva rabbia per il fatto di vivere in un Paese di “kuffar“, termine dispregiativo usato dai jihadisti per indicare i non musulmani. Valutava quindi la possibilità di compiere attentati in Italia contro i “miscredenti”, sotto l’autorità dello Stato Islamico.

16ENNE IRANIANO ATTIVO SUI SOCIAL

A destare preoccupazione è il fatto che il 16enne agisse online ed fosse attivo nella diffusione del radicalismo, utilizzando una comunicazione tipica della propaganda “professionale”.

Durante le indagini, la polizia ha scoperto che il ragazzo gestiva vari profili social – che cambiava spesso per evitare di essere scoperto – e inviava ai suoi follower link diretti a siti di propaganda terroristica.

Ma l’indagine non si ferma al 16enne arrestato a Milano: si stanno cercando eventuali contatti per risalire a network esteri e verificare se siano coinvolti altri soggetti in questa attività svolta online.