Il deputato leghista Giulio Centemero ragiona sull'inchiesta sull'urbanistica a Milano, denunciando il fallimento del modello di global city

Mentre l’inchiesta sull’urbanistica sta scuotendo le fondamenta (politiche, ma non solo) di Milano e della giunta guidata da Beppe Sala, il profetico insegnamento del deputato leghista – da poco presidente dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo, nonché capogruppo del Carroccio in Commissione Finanza – Giulio Centemero finito protagonista del libro “Anche i ricchi piangono“, torna più attuale che mai, rispolverato al quotidiano La Verità.



Parlando proprio di quanto sta accadendo a Milano e del suo libro, Centemero spiega – non a caso – che i segnali “di fenomeni non gestiti o mal gestiti (..) erano tutti lì”, all’attenzione di chi era disposto a guardarli e a capire che “il modello (..) della global city” per il capoluogo meneghino era destinato ad un sonoro “fallimento“: non a caso oggi “l’amministrazione Sala è scricchiolante e rappresenta il passato”, chiedendo a gran voce di “costruire un nuovo modello Milano, davvero sostenibile e (..) umano“.



Beppe Sala, Sindaco di Milano guarda la città (ANSA 2024, Andrea Fasani)

Una città – spiega il leghista – attenta soprattutto alla “classe media”, oggi del tutto tagliata fuori dal capoluogo lombardo per via dei noti costi proibitivi per gli alloggi e la vita, trasformata “quasi deliberatamente” dall’amministrazione di Sala (e non solo) in una città cucita attorno “ai ricchi” per seguire il falso mito “della competitività e dell’attrattività globale” che ha avuto come unico, evidente, effetto quello di ignorare “la qualità della vita dei propri abitanti”.



Giulio Centemero: “Ora, con o senza Sala, si deve ripensare Milano ed evitare che la città si blocchi”

Entrando nel merito di quanto sta accadendo al sindaco meneghino, Giulio Centemero preferisce adottare una linea “garantista” evitando di chiedere a gran voce le “dimissioni” di Sala, ma resta chiaro che – dal suo punto di vista – serva cambiare rotta per perseguire quel necessario “cambiamento amministrativo (..) che la città merita”; il tutto ferma restando – soprattutto – la necessità che “la città vada avanti” dal punto di vista urbanistico ed edilizio.

In tal senso, dopo il tracollo del Salva Milano, secondo il deputato del Carroccio è importante che si ragioni a qualsiasi “ipotesi che snellisca la burocrazia” e dia sicurezza al “costruttori”: i cantiere non si possono fermare, perché altrimenti si rischia una seconda Roma in cui “appena si parte con un progetto, tutto si ferma”, chiarendo che dal suo punto di vista non si può lasciare “tutto in mano ai fondi” e al contempo “non si può fermare la città (..), perché gli investimenti devono continuare ad arrivare“.