Più di vent’anni fa, in una parrocchia a sud di Milano, un gruppo di amici decise di provare a rispondere al bisogno di lavoro di tutti quei giovani che, soprattutto a causa delle scarse competenze acquisite, faticavano a trovare un’occupazione stabile. «Con il passare degli anni la prima classe di giovani si è trasformata in un piccolo “esercito” di 1.000 ragazzi – racconta a IlSussidiario.net il Presidente di Galdus, Diego Montrone -. Le sedi e le attività di quello che si potrebbe definire un “Liceo delle professioni” si sono moltiplicate. Oggi gli studenti che vengono qui si formano dai 3 ai 5 anni dopo la terza media per diventare orafi, cuochi, pasticcieri, elettricisti o manutentori di immobili… Il rapporto con le aziende invece ci ha permesso di diventare nel tempo un punto di riferimento formativo e consulenziale in alcuni settori come la sanità, i servizi alla persona e la ristorazione. Per intenderci ogni anno vengono coinvolti circa 5.000 occupati e sono più di 800 le aziende che si rivolgono a Galdus per avviare percorsi formativi a sostegno della propria impresa».
È di poco tempo fa l’inaugurazione a Milano di una nuova prestigiosa sede. «L’Officina di via Pompeo Leoni rappresenta una grande novità per la formazione milanese, sia per la bellezza degli spazi che per l’impostazione di questo centro.
L’unicità della persona è infatti al primo posto: agli spazi didattici si affiancano quelli sportivi e quelli dedicati alle attività culturali e ricreative. Spesso con questi ragazzi basta infatti vivere un’esperienza di successo (magari in uno sport o in un’attività culturale) per far rinascere la fiducia e per rilanciare un percorso educativo e formativo. Come dice il Cardinal Bagnasco, occorre ripartire dalla persona e da ciò che ne può favorire la realizzazione piena e integrale, perché solo questo è garanzia di una pacifica convivenza civile nonché di un equilibrato e rinnovato sviluppo sociale».
Quello di Pompeo Leoni rappresenta però un caso interessante anche come modello di valorizzazione di aree abbandonate e problematiche. «Si tratta di uno spazio di proprietà del Comune di Milano, in precedenza occupato da insediamenti irregolari, che, affidato a una realtà privata, si è trasformato in un luogo innovativo per i giovani, aperto al bene di tutti. Penso che un governo si qualifichi sia per le soluzioni che per le strategie che sa mettere in atto per risolvere i problemi dell’immediato, ma soprattutto per la lungimiranza nel pensare e progettare dei percorsi virtuosi per il bene dei cittadini di domani. E tra questi proprio l’educazione, l’istruzione e la formazione hanno un peso di primaria importanza, oggi più di ieri».
I frutti di questo lavoro, piccoli o grandi che siano, non mancano. «Con un investimento di circa 55 euro i giovani elettricisti della Galdus sono stati chiamati dal Comune per aiutare gli anziani in difficoltà nel passaggio dall’analogico al digitale. Il comune ha regalato i decoder, i ragazzi accompagnati dai professori fuori dall’orario scolastico si sono recati nelle abitazioni degli anziani per sistemare i televisori e magari qualche altro piccolo problema. Una straordinaria occasione educativa per noi, un reale servizio per la cittadinanza, una reale valorizzazione del territorio con un investimento di pochi euro…».
Ed è da questi racconti che prende corpo quel principio di sussidiarietà che per molti ancora rappresenta una teoria astratta. «Un’amministrazione sussidiaria è quella che dà vita in modo pieno a un sistema scolastico capace di valorizzare e armonizzare tutte le risorse educative della nostra società, facendole convergere nel contesto di un effettivo servizio pubblico. Il contrario di un’impostazione statalista che pone l’accento sull’“insegnamento” e non sull’“educazione” e che insegue un sistema scolastico-formativo collettivista, statalizzato e concentrato nell’inseguire il mito dell’eguaglianza, nei fatti al ribasso. In questo senso preoccupano le proposte del candidato sindaco del centrosinistra alle elezioni comunali di Milano. Nel suo progetto le scuole libere (dalle materne alle superiori) tornano a essere considerate un favore per ricchi e non un contributo educativo portato avanti da chi ha a cuore la libertà di educazione. Nel concreto l’obiettivo è quello di un taglio del buono scuola, che in questi anni ha sostenuto chi ha più bisogno, e di un aumento delle tasse per sostenere le inutili e inefficienti scuole Civiche. Per questo fra meno di una settimana non andrà in scena nelle urne uno squallido referendum pro o contro Berlusconi. C’è in gioco molto di più: la libertà di educazione.
Chi si recherà alle urne, se vorrà, potrà provare a rispondere a questa semplice domanda: da chi può venire quel necessario cambiamento nel segno di una sussidiarietà che valorizzi il contributo di tutti, enti pubblici, privati, realtà sociali, per il bene comune?».