I cittadini lombardi, non appena sarà stabilita la data per le nuove elezioni, si troveranno a dover scegliere tra due candidati d’eccezione. Sempre che le loro candidature, nel frattempo, non vengono affiancate da quelle di personaggi imposti dai partiti principali. Cosa che le indebolirebbe non poco. Albertini, anzitutto. Si sapeva da tempo che non avrebbe disdegnato di correre per il centrodestra. Ora l’ex sindaco di Milano ha ufficializzato l’intenzione di scendere in campo. A TgCom24 ha fatto sapere che sabato 24 novembre sarà illustrato il programma e la lista. Come già in passato ha spiegato, non sarà il candidato del Pdl anche se auspica che il Pdl lo sostenga. Benché, infatti, ne possiede pur sempre la tessera, non solo non lo frequenta da tempo, ma se si presentasse in questa veste non potrebbe più intestarsi la rappresentanza di un vasto mondo moderato e di centro che va dall’Udc a Montezemolo, passando per Fli e Giannino. È lo stesso motivo per il quale non si trova nelle condizioni per partecipare a eventuali primarie. «Il tentativo in Lombardia è quello di unire il Ppe per offrire alla Regione un governo credibile fatto di persone credibili. Se io fossi il candidato del Pdl non potrei tenere insieme le altre componenti ispirate al cosiddetto centro. Le cose stanno insieme se c’é un fulcro di garanzia. Se ognuno viaggia sulla sua scialuppa il mare non lo si può affrontare», ha dichiarato. Parlando dell’attuale presidente, si è detto convinto del fatto che è innocente e che sarà assolto. E ci ha tenuto a ribadire che, posto che Formigoni si difenderà nelle sedi opportune, non bisogna mai dimenticare l’eccellenza del suo governo. D’altro canto, l’ex sindaco di Milano ci ha tenuto a far presente al Pdl che se non lo appoggerà rischierà di consegnare la vittoria al centrosinistra. Specialmente se il candidato sarà una persona «credibile e gradevole» come Umberto Ambrosoli. E proprio il figlio dell’”eroe borghese” rappresenta la seconda notizia. Anche lui, infatti, dopo un iniziale rifiuto, e dopo essersi preso un periodo di tempo per riflettere, ha sciolto le riserve ed è tornato sui suoi passi. E si candiderà. O, per lo meno, si è reso disponibile a farlo per il centrosinistra. «Renderò noto a breve l’ampio e qualificato elenco di coloro che – preliminarmente- mi hanno sollecitato con spirito civile a dichiarare disponibilità a candidarmi alla Presidenza della Regione Lombardia per consentire un cambiamento vitale per le condizioni democratiche di questa istituzione», ha dichiarato.
Maroni, infine, facendo presente che intende accettare degli aut aut che impongano alla Lega di accodarsi alle scelte della maggioranza, e ribadendo il fatto che il Carroccio è al governo della Regione dal 2000, ha fatto sapere che chiederà al Consiglio federale come la pensa. Poi, non escluderà di correre da solo contro tutti.