Peirluigi Magnaschi, direttore di “Italia oggi” guarda con stupore quello che sta accadendo intorno al “caso Formigoni”, come altro chiamarlo? Oggi i giornali, forse rassicurati dal famoso “gatto del tribunale di Milano e dalla gatta della portineria di via Solferino”, sparano a zero contro il Governatore della Lombardia. Magnaschi è un “vecchio” garantista e ragiona: “Non si può vedere in maniera diversa da quei casi che l’hanno preceduto e seguito. L’avviso di garanzia ti viene mandato per fornirti una garanzia, la stampa te lo trasforma in un atto di accusa e di sentenza. In Italia si assiste a un fatto incredibile: la stampa che dovrebbe essere il “mastino” per tutelare le tue garanzie si trasforma nel “mastino che ti mette sotto accusa”.
Non è cambiato nulla dagli anni di “tangentopoli”.
Forse l’ampiezza dell’azione è ridotta, almeno oggi sono meno gli indagati, gli avvisati. Forse, speriamo stiamo assistendo a un “oca” del giacobinismo di quegli anni. Ma in tutti i casi, sono fatti che ti lasciano perplesso e non sai in che Paese si viva, se esista o meno la certezza del diritto.
In questo periodo però i casi si stanno accumulando.
E’ vero. Ho notato una cosa incredibile. Non ho particolare simpatia per Emilio Fede, che è stato “impallinato” tre mesi fa circa per un presunto versamento in un banca svizzera. E’ stato “impallinato” e liquidato. C’è qualcuno, a tre mesi di distanza che ha precisato in quale banca svizzera Fede si è recato e che tipo di operazione doveva fare? Ma di fatto è uscito di scena per quel titolo di tre mesi che fa che lo inchiodava mediaticamente.
Una parola, a rigore di diritto, si dovrebbe dire persino su Luigi Lusi.
E’ vero. Avesse avuto un altro nome e cognome, non sarebbe dovuto finire in galera, non dovrebbe essere stato accompagnato in cella. In questi mesi ha forse cercato di fuggire? Non risulta. Può inquinare le prove? Pare proprio di no. Può reiterare il reato? Credo che sia impossibile. E allora per quale ragione viene messo in carcere? Perché invece della pena detentiva non viene processato velocemente, in modo rapido, così da risolvere questa lunghissima questione?
Ritorniamo un attimo al “caso Formigoni”. C’è un dato di fatto inconfutabile. La sanità lombarda funziona ed è un’eccellenza, invece sta nel mirino continuamente e si colpisce il Governatore.
L’eccellenza della sanità lombarda è il dato di fatto politico più accertato. Fatto cento un costo letto in Lombardia, bisogna fare 180 in Calabria. Forse in Calabria curano meglio? Non direi, perché da quelle parti i “pronti soccorsi” vengono soprannominati Alitalia, perché indicano immediatamente un viaggio o un trasporto in stato di emergenza.
E intanto si continuano a criticare gli atteggiamenti di Formigoni.
In alcuni casi si sfiora il ridicolo. Si parla delle sue camicie sgargianti, evidentemente un problema giudiziario di massimo rilievo. C’è anche chi ha scritto che era stato indagato in abuso di ufficio, ma poi è stato assolto. E allora per quale ragione lo scrivi?
Forse la svolta di anni fa, di venti anni fa ha prodotto una svolta culturale.
Questo è effettivamente un problema da approfondire. Qui si intercetta a piacimento e in questi anni non si è fatto nulla per irrompere nella vita privata dei cittadini. L’impressione è che un’intera generazione veda nella tutela dei diritti dei cittadini, una sorta di ostacolo alla giustizia. E questo è un autentico stravolgimento dei valori democratici di un Paese.
Con in più, come si diceva prima, una posizione dei giornali che non è affatto neutrale.
E’ un avvitamento che fa impressione.
Ma parte queste considerazioni, lei che idea si è fatto di questo “caso Formigoni”?
Realisticamente penso che si presenti come un “caso politico”. La sinistra è ritornata, dopo non so dopo quanti anni a Palazzo Marino, a riconquistare il Comune di Milano. Diciamo che non vede l’ora di normalizzare la situazione nella regione più importante d’Italia, la Regione Lombardia, anticipando con questo tipo di manovre lo stesso voto. Ma in questo modo non si fa certo una buona politica.
(Gianluigi Da Rold)