Diciannove nuovi insegnanti e 1.700 nuovi alunni. Il Miur tenta di correre ai ripari annunciando un aumento di organico per i licei e gli istituti tecnici e professionali di Milano che inevitabilmente costringerà a ulteriori acrobazie i dirigenti scolastici, attualmente costretti a dover restare sotto la soglia dei 30 alunni per classe come indicato dal Ministero. In costante aumento anche il numero degli studenti disabili nonostante la quota di cattedre per il prossimo anno resti bloccata a 432, mentre per le primarie sono state riconosciute 55 nuove cattedre a fronte di un aumento di 2000 alunni. Sovraffollamento e “classi pollaio” non sono però gli unici grattacapo a cui il sistema educativo milanese deve far fronte: scuole fatiscenti, palestre assenti, laboratori a cui provvedere e continui interventi di manutenzione sono all’ordine del giorno, tanto che Palazzo Marino si dice pronto a sborsare 114 milioni di euro per nidi, materne e elementari. Di questi, 55 verranno destinati a misure anti incendio e altri 17,5 a misure statiche. I recenti terremoti hanno infatti reso necessari interventi rinviati dal 2005, mentre ancora non è chiaro quando gli istituti di via Betti e via Rimini, che verranno presto abbattuti, potranno risorgere. IlSussidiario.net ha contattato Mariolina Moioli, Consigliere comunale di “Milano al centro” ed ex assessore alle politiche sociali del Comune di Milano, a cui ha chiesto un parere riguardo l’attuale situazione.
Cosa può dirci dello stato attuale delle scuole milanesi?
Il comune di Milano possiede un patrimonio, realizzato nel tempo, formato da 575 stabili adibiti a scuole. In passato abbiamo provveduto a ristrutturare tantissimi edifici ma ce ne sono ancora molti altri che necessitano interventi urgenti che non possono essere ulteriormente prorogati. L’investimento sul patrimonio scolastico, che riguardi interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di demolizione e ricostruzione, è assolutamente fondamentale. Negli ultimi due anni di mandato abbiamo speso molto per sistemare e mettere in sicurezza centinaia di scuole, oltre a tutte quelle che abbiamo costruito, ma si tratta di un impegno economico continuo.
Quali sono i principali interventi attuati in passato?
Innanzitutto quelli riguardanti la legge 626, vale a dire la messa in sicurezza degli istituti, attraverso la costruzione di scale esterne antincendio, la messa a norma degli impianti elettrici e così via. Siamo poi intervenuti nella manutenzione ordinaria di tanti stabili e nella costruzione di nuovi edifici, ma è chiaro che la città necessita quotidianamente di interventi. Sono tante le cose da fare e credo che l’ambito scolastico rappresenti una delle maggiori priorità.
Su cosa agire prima di tutto?
Senza dubbio sulla manutenzione ordinaria, vale a dire interventi che non richiedono investimenti importanti ma che possono rivelarsi davvero molto utili. Faccio un esempio: se una grondaia è piena di foglie secche determina infiltrazioni d’acqua all’interno di uno stabile, quindi molto spesso un semplice intervento di manutenzione ordinaria evita progetti di revisione complessiva che costano molto di più. Nonostante siano tantissimi i lavori da fare è sempre meglio intervenire il prima possibile per far sì che non si debba spendere molto di più successivamente.
Come è possibile conoscere le necessità di ogni istituto milanese?
In passato avevamo creato una vera e propria anagrafe delle scuole, prima ascoltando i pareri degli uffici tecnici di ogni zona della città, poi quelli dei dirigenti scolastici per conoscere la tipologia dell’istituto e per capire quali fossero le maggiori priorità. Infine i tecnici responsabili hanno comunicato il loro parere per poter intervenire al meglio senza sprecare risorse.
Come giudica fino ad oggi l’operato della giunta Pisapia sotto questo aspetto?
In particolare credo che si stia perdendo molto tempo. Il Comune ha deciso di abbattere due scuole ormai irrecuperabili, ma sembra non rendersi conto che in tutta la città ce ne sono tantissime altre. Sono quindi necessari una attenta programmazione e uno studio accurato di ogni aspetto, ma fino ad oggi mi sembra che si stia procedendo molto lentamente.
Il Miur ha previsto un aumento di organico di 19 insegnanti a fronte di 1.700 nuovi studenti che arriveranno a settembre. Cosa ne pensa?
A prima vista appaiono ovviamente pochi ma è ancora presto per parlare. E’ necessario verificare con attenzione la strutturazione dei diversi organici, tra quelli di diritto e quelli di fatto, e constatare l’effettiva composizione delle classi, per capire se davvero sono tutte così numerose. Per esempio non credo, come annunciato invece dal vicesindaco Guida, che nelle materne ci siano “classi pollaio”, dove per altro l’attuale assessore alla scuola ha deciso di togliere i corsi di inglese.
Corsi di inglese?
Il precedente progetto, con la legge 285, prevedeva corsi di inglese attraverso l’inserimento di 20 insegnanti madrelingua oltre ai 100 già previsti: sono dell’idea che sia importantissimo cominciare a imparare una lingua straniera fin da piccoli, ma purtroppo la nuova amministrazione ha scelto di farne a meno.