Nel caso Milano-Serravalle spunta anche il nome di Massimo D’Alema. A tirare in ballo il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) è l’architetto Renato Sarno, incriminato dai magistrati di Monza per essere stato “il collettore di tangenti e uomo di fiducia di Filippo Penati nella gestione di Milano-Serravalle”. Come riporta oggi il Corriere della Sera, fu proprio Sarno, durante un interrogatorio a febbraio, a rivelare la volontà di D’Alema dietro l’elevato prezzo con cui nel 2005 la Provincia di Milano, guidata all’epoca da Penati, acquistò da Gavio un pacchetto di azioni della società autostradale Milano-Serravalle. Ciascuna azione venne infatti pagata 8,9 euro, quando invece le stesse erano state vendute in precedenza a soli 2,9 euro. Grazie a quell’affare, Gavio incassò 238 milioni di euro. Sempre sulle colonne del Corriere arriva però la netta smentita dell’ex presidente della Provincia, Filippo Penati: “Costretto da D’Alema a strapagare le azioni a Gavio? Non l’ho mai detto a Sarno, né avrei mai potuto dirglielo perché non è vero: difendo l’operazione Serravalle, fatta nell’interesse della Provincia e destinata ancora oggi a procurarle una plusvalenza”. Ma allora perché l’architetto ha tirato in ballo D’Alema? “Non ne ho la più pallida idea”, ha detto Penati.