La Fondazione Internazionale Oasis è arrivata anche a Milano. Il cardinal Angelo Scola, che la presiede, la istituì nel 2004, quando, da Patriarca di Venezia, volle ideare una realtà che fosse di aiuto per quelle comunità cristiane che vivono nei Paesi a maggioranza islamica. La fondazione, attraverso le due sedi (oltre a Venezia e, adesso, a Milano, ne esiste una a Roma), realizza ogni anno un grande convegno, alternativamente in Italia e in Medio Oriente e, contestualmente, edita due collane editoriali e una rivista multilingue arricchita dagli interventi di studiosi internazionali. Si tratta di attività volte a favorire il dialogo e la conoscenza tra cristiani e musulmani, e a far sì che essi riconoscano la reciproca importanza gli uni degli altri sul piano culturale. L’incontro di inaugurazione di ieri, lunedì 29 aprile, si è intitolato: “Oasis a Milano: per chi e perché”, e ha avuto luogo in Piazza San Giorgio 2 (indirizzo della nuova sede) alle 18.30. Un’ubicazione tutt’altro che casuale, in un tempo tutt’altro che casuale. La sede milanese, infatti, apre nell’anno in cui la Chiesa e Milano celebrano il 1700esimo anniversario dell’Editto di Costantino, che stabilì la libertà religiosa in Occidente. Leggenda vuole che gli imperatori Costantino e Licinio firmarono l’atto proprio nella Chiesa di San Giorgio al Palazzo, lungo Via Torino. All’incontro, coordinato dai direttori di Oasis Maria Laura Conte e Martino Diaz, ha preso parte anche il vescovo di Milano. Scola si è detto convinto del fatto che, sull’immigrazione e sui rapporti con la presenza musulmana «non ci siano più bastioni da difendere, ma solo vie da percorrere», Poi, ha invitato a «guardare alla metropoli Milano in un’altra ottica, completamente diversa», ovvero, come il cuore pulsante della cristianità europea e come una terra in cui il «meticciato di civiltà» è ormai realtà da tempo. Matteo Forte,consigliere comunale milanese, che era presente all’incontro, interpellato da ilSussidiario.net ha sottolineato come «durante il convegno sia stato ribadito come il lavoro di Oasis debba essere, anzitutto, al servizio di un dialogo e di un incontro che devono avvenire nel quotidiano. Ovvero, nei nostri quartieri e nelle nostre scuole, e non tra le stanze degli intellettuali. Da decenni, infatti, nei nostri caseggiati convivono etnie differenti». L’incontro, in sostanza, ha indicato un metodo: «L’idea di fondo è che il lavoro di Oasis ha origine nella presa di coscienza del fatto che Milano è una realtà estremamente complessa e, dal punto di vista etnico e religioso, estremamente variegata e frastaglia. Per questo, il primo compito rispetto a tale realtà consiste nell’approfondirne la conoscenza».
Durante l’inaugurazione, sono intervenuti Paolo Branca, responsabile Dialogo con l’Islam dell’Arcidiocesi di Milano e professore di Islamistica presso l’Università Cattolica di Milano; Marco Garzonio, presidente della Fondazione Ambrosianeum, ed editorialista del Corriere della Sera; Riccardo Redaelli, professore di Geopolitica presso l’Università Cattolica di Milano.